Fra giugno e luglio 2012 numerosi incendi hanno incenerito ettari di oliveti, vigneti e campi coltivati a grano che erano stati confiscati alla mafia e che erano adesso in affidamento alle cooperative di Libera.
Libera è una organizzazione antimafia che coordina oltre 1500 associazioni nazionali e locali, gruppi, scuole e altre realtà di base, impegnate nella lotta alla criminalità organizzata.
Questa grande rete di associazioni, nata nel marzo 1995, si avvale ormai da diversi anni della legge n. 109 del 1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Essa prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze sequestate alla criminalità a soggetti come associazioni, cooperative ed enti pubblici capaci di restituirli alla cittadinanza. Molti terreni confiscati sono stati così assegnati a cooperative legate a Libera, che fra le varie attività organizza ogni estate campi di volantariato internazionale coinvolgendo nei lavori agricoli ragazzi e ragazze di tutto il mondo.
Queste cooperative hanno creato da alcuni anni il marchio Libera Terra, con il quale vengono venduti i prodotti della terra provenienti dai terreni liberati, fra cui vari tipi di pasta, olio, vino. Il tutto attraverso i circuiti alternativi (ad esempio nelle botteghe del commercio equo e solidale) ma anche attraverso la grande distribuzione, soprattutto nei supermercati Coop italiani.
“Non possiamo più pensare a delle coincidenze” ha commentato uno dei fondatori di Libera, Don Ciotti, riferendosi agli incendi verificatosi quest’estate. “Non possono lasciarci indifferenti i recenti episodi di vandalismo a danno dei beni confiscati alle mafie, dalla Puglia alla Sicilia, dal Lazio alla Calabria”. Atti che con ogni evidenza puntano a intimidire il lavoro dei tanti che in quelle terre ci lavorano.
Il primo incendio doloso è avvenuto il 6 giugno a Belpasso, in Sicilia. Duemila alberi di arancio e cento olivi sono andati bruciati. Pochi giorni dopo, il 10, un episodio analogo è avvenuto in Puglia, nel brindisino. Un incendio ha distrutto sette ettari di grano e millecinquecento piante di pomodoro, che erano stati confiscati all’organizzazione mafiosa Sacra Corona Unita e che ora erano curati dai giovani di una cooperativa di Libera.
Altri due episodi si sono verificati nel Trapanese, in Sicilia, in un uliveto di Castelvetrano e in un altro a Partanna. In tutto sono andati in fumo più di 500 olivi secolari, mentre migliaia sono stati danneggiati.
Il 2 luglio invece un incendio ha distrutto circa 10 ettari di grano pronto per la trebbiatura in un terreno a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, anch’esso gestito da una cooperativa fondata da Libera.
Di fronte ai seri danni prodotti da questi attentati incendiari, che ammontano a decine di migliaia di euro, il mondo delle cooperative italiane si è mobilitato per aiutare la cooperativa Libera Terra. Ad esempio la Coop, catena di supermercati formata da molte singole cooperative e che conta centinaia di grandi negozi in tutta Italia, ha avviato una promozione scontando del 20% i prodotti Libera Terra.
(L.P.)
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