Ennesima strage dell’immigrazione nel Mar Mediterraneo. Gli uomini del Salvataggio Marittimo spagnolo hanno recuperato nel pomeriggio di oggi 25 ottobre 2012, i corpi di 14 persone morte nel naufragio del barcone su cui si trovavano. L’imbarcazione, localizzata grazie alla telefonata di uno dei familiari delle persone che si trovavano a bordo, si trovava semiaffondata 18 miglia ad est di Alhucemas, città del Marocco, nelle acque del Mar di Alboràn.
Il soccorso spagnolo cercava la patera dalle prime ore di questa mattina. Nelle operazioni di soccorso sono state salvate 17 persone ancora in vita. Sulla barca però, viaggiavano almeno 70 persone, per cui ci sarebbero decine di dispersi ancora in mare. I superstiti sono stati portati a Motril, località nella provincia di Granada.
Soltanto ieri erano stati salvate 10 persone di origine subsahariana che si trovavano in difficoltà su una barca alcune miglia a sud est di Tarifa. A inizio ottobre invece era stato trovato morto un bambino di 8 mesi, che si trovava su una barca con a bordo altre 13 persone.
Nel 2011 la Guardia Civil spagnola ha recuperato nelle acque dello stretto di Gibilterra i corpi di circa 30 naufraghi che tentavano di raggiungere la Spagna. Nel 2003 vi fu il naufragio di Rota (Cadice), dove persero la vita in 34. Si tratta di una strage, quella dei migranti che dal sud del mondo cercano di raggiungere l’Europa, che non accenna a fermarsi e che, secondo le stime di Fortress Europe, ha visto morire quasi 19 mila persone dal 1988 ad oggi.
Nonostante la grave crisi economica che vive il “vecchio continente”, nonostante la disoccupazione in Spagna abbia superato il 25% costringendo al rimpatrio decine di migliaia di immigrati, le condizioni terribili di fame e guerra che si vivono in molte zone dell’Africa, spingono continuamente a nuovi viaggi della speranza, verso un continente che resta comunque ben più ricco e ai loro occhi più accogliente.
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