14 novembre 2012, le piazze si incendiano in Italia e Spagna: scioperi e proteste contro l’austerità

14N-huelga generalUn giorno storico. Il 14 novembre 2012 rimarrà alla storia per la prima grande mobilitazione unitaria a livello europeo. Scioperi generali hanno bloccato l’intera penisola iberica, sia la Spagna che il Portogallo, ma le proteste hanno interessato anche la Grecia, la Francia, il Belgio e altri paesi dell’Unione.

Grandi mobilitazioni anche in Italia, dove lo sciopero era stato indetto da uno solo dei grandi sindacati, la CGIL, e convocato per sole 4 ore. Le manifestazioni sono state imponenti, e ci sono stati anche scontri fra manifestanti e forze dell’ordine a Madrid, Valencia, Granada, Roma, Milano e Padova. Il motivo, il “no” alle politiche di tagli e austerity.

14 novembre 2012, grandi manifestazioni in mezza Europa contro le politiche di austerità: scontri fra dimostranti e polizia da Roma a Madrid

Di fronte alla crescente protesta sociale dei movimenti del Sud Europa però, il commento della cancelleria tedesca Angela Merkel è stato secco: “il diritto allo sciopero è un grande diritto delle democrazie e questo è scontato. Ma ciò che è necessario va fatto lo stesso”. Quindi nonostante le massicce proteste, si va avanti con i tagli e l’austerità. Nonostante la disoccupazione galoppante, nonostante proprio oggi, 15 novembre, sia stato diffuso il dato sulla crescita in Europa, che per la prima volta segna un segno meno.

Ma vediamo in dettaglio com’è andata la giornata di proteste sia in Italia che in Spagna, ricordando comunque che grandi mobilitazioni ci sono state anche in Grecia e Portogallo.

La giornata di proteste in Spagna: storico sciopero generale (14N), l’ottavo dall’inizio della democrazia

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Huelga general del 14N in Spagna

Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato nel pomeriggio del 14 novembre nelle principali città del paese, dopo una giornata di sciopero generale durato tutta la giornata. Si è trattato dell’ottavo sciopero generale svoltosi dall’inizio della democrazia, il secondo del 2012 (il precedente si era svolto il 29 marzo).

La partecipazione è stata del 76,7% secondo i sindacati (9 milioni e 190 mila persone), del 12% secondo la confindustria spagnola (la Patronal). Il blocco più consistente è stato quello delle industrie e dei mezzi di trasporto. A Madrid come in altre grandi città ci sono state manifestazioni oceaniche, che hanno fatto collassare le arterie cittadine. A Madrid molta gente è arrivata a piedi dalle periferie per partecipare alla protesta, per la scarsità di mezzi di trasporto disponibili. Due terzi delle corse della metro erano cancellate, e i pochi bus erano letteralmente traboccanti di gente. Sono scesi in piazza studenti, precari, lavoratori, disoccupati, pensionati.

Disordini, arresti e feriti nelle città spagnole al termine dello sciopero generale

In tante altre città del paese sono state bloccate le vie di comunicazione con barricate date alle fiamme. Numerosi i picchetti davanti supermercati, banche, industrie, in un clima di forte tensione sociale. Ci sono stati anche violenti scontri, con decine di feriti sia fra i manifestanti che fra le forze dell’ordine. Secondo il Ministero dell’Interno spagnolo ci sono stati 142 arresti, avvenuti durante i disturbi a Madrid, Valencia, Granada. Durante gli scontri sono stati sparati anche i famigerati proiettili di gomma, che in passato hanno creato ferite gravi fra i manifestanti.

Indignazione e proteste per il pestaggio di un ragazzino e di una giovane ragazza da parte della polizia spagnola

sciopero-14nov12_strike_huelgaSta facendo il giro del mondo la foto del ragazzino di 13 anni con il volto insanguinato dopo il pestaggio di alcuni mossos d’esquada (la polizia catalana) durante la manifestazione che ha avuto luogo a Tarragona. Il capo della polizia catalana Prat ha affermato che è stata aperta una inchiesta interna sull’aggressione. Il video dell’aggressione mostra anche il pestaggio indiscriminato a una ragazza giovanissima, su cui i poliziotti si accaniscono. Il capo della polizia afferma che l’evento è “riprovevole”, tuttavia sarà difficile che l’indagine arrivi a individuare il responsabile del pestaggio, in quanto come in Italia gli agenti anti-sommossa spagnoli non hanno numero identificativo.

In una Madrid blindata erano state convocate due manifestazioni, una da parte dei sindacati UGT e CCOO, e un’altra da parte del movimento 15M e il coordinamento 25S (i movimenti di indignados), che non ha voluto mescolarsi con la manifestazione sindacale e ha mantenuto un presidio nei pressi del Parlamento fino a notte, poi sfociato in scontri.

Le regioni dove lo sciopero è stato più massiccio sono state la Catalogna, le Asturie e la Galizia, ma anche l’Andalusia, la Cantabria, la regione di Madrid e la Comunità di Valencia, tutte con un’adesione intorno all’80% dei lavoratori.

Il consumo di energia, usato come termometro per verificare la partecipazione allo sciopero, ha mostrato secondo il quotidiano El Pais che lo sciopero ha tenuto un impatto meno forte di quello del 29 marzo. Ciò che risulta è però una maggior mobilitazione a livello delle piazze, e una crescente rabbia. Decine di città spagnole si sono riempite nelle ore serali di cortei compatti e arrabbiati. Il segnale è forte e chiaro: la protesta non si fermerà qui, ed è in crescita.

Le proteste in Italia: sciopero convocato solo dalla CGIL, ma gli studenti riempiono le piazze

14nov12-guerrillaLo sciopero in Italia aveva un tono minore, perché convocato solamente dalla CGIL e da sindacati di base minori, (boicottato invece dalla CISL e dalla UIL, gli altri due grandi sindacati del paese) e per sole 4 ore. A surriscaldarlo ci hanno pensato però gli studenti e tutto il mondo della scuola, attaccato dalle ultime misure del governo Monti con tagli pesanti e provvedimenti impopolari.

Cortei studenteschi si sono svolti in quasi 100 città italiane, ed hanno visto sfilare centinaia di migliaia di ragazzi, adolescenti e universitari, al fianco di professori e presidi. Le manifestazioni sono state compatte e vigorose, ed hanno segnato uno scatto in avanti nella protesta sociale in Italia, finora rimasta relativamente “tranquilla” in confronto a Spagna e a Grecia.

Le manifestazioni sono sfociate in molti casi in forti scontri con le forze dell’ordine. A Roma, dove hanno sfilato ben 4 cortei, la guerriglia urbana è scoppiata sul Lungotevere, vicino il Ministero della Giustizia. La polizia ha caricato i manifestanti pesantemente, con blindati lanciati a gran velocità. Molti gli episodi di ragazzini e ragazzine pestati, manganellati al volto e presi a calci. L’attuazione della polizia fa già discutere, ma il Ministro Cancellieri si è schierato con le forze dell’ordine, così come la stampa di destra che parla di attacchi e pestaggi ai poliziotti.

Scontri ci sono stati anche a Milano, Padova, Torino. L’impressione è quella di uno scatto in avanti della protesta, che diventa sempre più arrabbiata e infuocata, e di una sempre maggiore accettazione dell’uso della violenza anche da parte di chi solitamente la ripudiava.

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