Il quotidiano spagnolo El Pais, il più letto in Spagna fra i giornali non sportivi, ha confermato oggi in un editoriale il taglio del suo personale, dopo che sono falliti i tavoli di trattativa che andavano avanti da giorni. Dopo giorni di protesta contro gli esuberi, fra cui anche tre giornate di sciopero, è arrivata dunque la decisione finale: 129 lavoratori perderanno il posto.
I motivi, che il giornale ha definito “dolorosi”, sono stati motivati con la crisi economica gravissima in cui versa il paese, e con la caduta delle vendite di pubblicità, legata più in generale alla perdita di peso che stanno avendo i giornali cartacei in tutto il mondo.
Per i lavoratori la decisione sarebbe condizionata dai gruppi economici, e porterà allo smantellamento di un giornale simbolo della democrazia spagnola (El pais nacque all’indomani della morte del dittatore Francisco Franco, nel 1976, convertendosi nel simbolo della nuova Spagna democratica). In un video diffuso dai giornalisti durante lo sciopero di tre giorni avvenuto la settimana scorsa, si denunciava come il taglio di organico segnasse un “divorzio totale” fra i proprietari e i giornalisti. Secondo questi ultimi il giornale fa parte degli ideali condivisi dalla società civile spagnola, mentre per i proprietari è solo un business. Sempre in quel video i manifestanti affermavano: “Per 36 anni El pais è stato molto più che un business, è stato un punto di incontro basato sulla complicità fra lettori e giornalisti…El Pais è molto più che un numero utile al commercio, El Pais siamo tutti“.
Il giornale ha risposto, nell’editoriale pubblicato domenica, affermando che le dure misure sono dovute a motivi economici. Negli ultimi 5 anni c’è stata infatti una diminuzione del 22% nelle vendite, e del 65% per quanto riguarda gli ingressi pubblicitari, così afferma l’editoriale. Un problema che colpisce le testate di tutto il mondo, da Le Monde al New York Times.
Indubbiamente la crisi della carta stampata è molto importante, e i giornali on-line hanno dimostrato di non riuscire a sopravvivere di sola pubblicità. Si tratta di un momento di transizione nel modo di diffondere le notizie, che però non può e non deve portare alla perdita di qualità. E il giornale El Pais ha mostrato fino ad ora la peculiarità di una grande ricchezza di contenuti, di cui è esempio la presenza di un gran numero di corrispondenti esteri (per l’Italia il giornalista Pablo Ordaz, che ha sostituito da meno di un anno il corrispondete Miguel Mora). Un ampio spazio alla pagina degli esteri che manca totalmente alla stampa italiana, ben più chiusa e orientata solo sui fatti di casa propria.
Non ha paragone la qualità e la costanza con cui El Pais tratta dei fatti italiani, rispetto a quanto non succeda su giornali italiani nei confronti degli avvenimenti spagnoli.
Risulta particolarmente emblematico che il giornale che ogni giorno racconta con ampio spazio la situazione drammatica della disoccupazione cresciuta oltre il 25%, viva al suo interno una pesantissima ristrutturazione.
Anche in Italia i giornali stanno vivendo una fase drammatica, con pesanti ristrutturazioni, centinaia di giornalisti licenziati o in cassa integrazione, e moltissime piccole testate che stanno sparendo perché non più in grado di sopravvivere.
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