Migliaia di lavoratori della Sanità pubblica madrilena scioperano oggi contro il piano di privatizzazione e contro i duri tagli del governo regionale di González (Partido popular).
La protesta è compatta: dall’Ordine dei Medici a tutti i sindacati, passando per gli infermieri, i tecnici ed il personale non sanitario che lavorano negli ospedali e nei centri di salute. E’ la prima volta che tutti i lavoratori del settore sanità pubblica si uniscono in una protesta compatta e unitaria.
Il cambio radicale del modello sanitario della Comunità di Madrid è stato presentato a fine ottobre dal presidente della regione Ignacio González, e prevede la privatizzazione di ben 6 ospedali pubblici aperti nel 2008. Si tratta degli ospedali Infanta Leonor (Vallecas), Infanta Sofía (San Sebastián de los Reyes), Infanta Cristina (Parla), Hospital del Henares, del Sureste e del Tajo.
La Comunità di Madrid è un vero bastione per il PP, che sta usando la regione come laboratorio per le politiche liberiste più avanzate. La sanità pubblica madrilena sta vivendo in pochi mesi una pesante serie di tagli ed una serie di misure che stanno colpendo sia i lavoratori sia i cittadini che ne vogliono usufruire. A fine ottobre ad esempio è stato inserito il ticket di 1 euro per ogni ricetta medica, anche per i pensionati. La misura è stata giustificata dal governatore Gonzalez come una misura dissuasoria, “perché i madrileni accumulano 45 milioni di farmaci nelle loro case”.
La privatizzazione degli ospedali e dei centri di salute è un altro dei cavalli di battaglia del PP, che adesso forte del potere ricevuto alle ultime elezioni vuole portare a compimento. Nonostante il presidente González dica che non ci saranno aumenti delle tariffe nè perdita di qualità nelle cure, i lavoratori madrileni sanno bene che non sarà così e si oppongono con forza al piano.
Il taglio alla Sanità pubblica della Regione ammonta già a vari miliardi di euro. Una sforbiciata drammatica, che si è già fatta sentire fortemente sulle buste paga dei circa 75 mila dipendenti. Le riduzioni dei salari sono drastiche, ed arrivano dopo una lunga serie di tagli iniziati già in passato.
La mobilitazione di oggi 26 novembre è solo l’ultima di una lunga serie di scioperi e mobilitazioni di piazza, che vanno avanti da mesi e che dopo l’annuncio delle ultime misure, a fine ottobre, sono ulteriormente cresciute.
Lo sciopero di oggi è inoltre solo il primo di quattro giornate di sciopero convocate nei prossimi giorni. Secondo i sindacati circa l’80% dei lavoratori ha partecipato allo sciopero.
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