Non si arresta la battaglia dei giovani studenti italiani che si trovano all’estero per studio, e che si battono per poter votare alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 senza dover tornare fisicamente in Italia.
Giorni fa abbiamo raccontato qui l’inizio della loro lotta. Nei giorni a seguire la loro mobilitazione ha avuto ampio risalto sui principali quotidiani italiani e sono intervenuti a riguardo anche massimi esponenti dello Stato. Fra questi il Ministro Cancellieri, che il 19 gennaio scorso ha però chiuso a ogni possibilità di voto dall’estero definendolo troppo difficoltoso per motivi tecnici.
Decine di migliaia di giovani, sopratutto studenti Erasmus ma anche dottorandi, ricercatori e altri borsisti, si trovano così a dover scegliere, ad un mese dalle importanti elezioni di febbraio, fra comprare un biglietto aereo che per molti risulta troppo oneroso, o rassegnarsi a non votare.
Giustamente, hanno scelto una terza opzione: battersi per il voto dall’estero. Una possibilità che hanno molti loro colleghi europei, i quali possono comodamente votare via mail o via posta certificata, dalle ambasciate dei loro paesi all’estero.
La protesta intanto ha avuto i primi timidi effetti. La compagnia aerea Alitalia offre sconti fino a 40 euro per chi vola a Roma per le regionali del Lazio (che coincidono con quelle politiche), e anche la BluePanorama Airlines offre piccoli sconti. Si tratta però di misure che riguardano ben pochi studenti, primo perché i prezzi di partenza di queste compagnie non sono bassissimi (gli studenti prediligono le compagnie low cost), secondo perché riguardano solo gli studenti di alcune zone geografiche.
Alcuni atenei si stanno intanto muovendo per rimborsare il costo del viaggio agli studenti che tornano per votare. Per adesso però lo ha fatto solamente l’ateneo privato Luspio. Dalle università pubbliche, che già erogano borse con il contagocce dopo i tagli drastici degli anni passati, difficile che arrivino misure in tal senso.
A un mese dal voto insomma, decine di migliaia di giovani italiani sono tagliati fuori dalla possibilità di votare. Potrebbero farlo tornando, ma in molti non se lo possono permettere economicamente. Eppure l’articolo 3 della Costituzione italiana recita:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
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