Prendendo come elementi di misura la debolezza politica ed istituzionale di ogni paese, il giornale The Economist ha stilato una tabella nella quale vengono indicate le nazioni che nel 2014 vedranno più o meno probabilmente rivolte nelle proprie piazze. La classifica si divide in paesi dove il rischio è molto basso, basso, medio, alto, e molto alto. Fra i paesi con rischio molto basso (in azzurro, a sinistra) ci sono solo l’Austria, la Danimarca, il Giappone, il Lussemburgo, la Svizzera e la Norvegia. Fra i paesi con rischio molto alto (in rosso, a destra) figurano invece ben 19 nazioni, fra le quali c’è anche la Grecia e l’Argentina. La Spagna si trova al gradino di rischio alto, mentre l’Italia fra quelli a rischio medio. La Economist Intelligence Unit che ha redatto quiesta tabella invita comunque a una lettera critica, ricordando che non sono solo i fattori di debolezza politici ed istituzionali a provocare rivolte, ma anche la riduzione delle entrate di reddito, la disoccupazione crescente, ed altri fattori di instabilità come le alte disuguaglianze sociali, bassi livelli di previsione sociale, tensioni etniche e problemi interni storici.
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