
Il 28 ottobre 1982, 33 anni fa, si tenevano in Spagna le elezioni generali anticipate, le terze elezioni libere dal ritorno della democrazia. Il risultato fu storico: il Partido Socialista Obrero de España (PSOE), guidato dal carismatico e molto popolare Felipe González, ricevette la maggioranza assoluta con 202 scanni nel Congresso e 134 al Senato. La percentuale di voti per i socialisti fu del 48%, un risultato storico.
Era la prima volta dalla Seconda Repubblica, quindi dagli anni ’30, che il Partito Socialista non vinceva delle elezioni generali. Migliaia di spagnoli scesero in piazza quella notte in un clima di euforia generale.
La coalizione di destra formata dai partiti eredi del franchismo, Alianza Popular e Partido Democrata Popular, guidata dall’ex ministro franchista Manuel Fraga, si fermò al 26,3% dei voti.
Grande sconfitta per la UCD, Unión de Centro Democrático, che era stata chiave nei primi anni della Transizione. Praticamente scomparve dalla scena politica, punita per le divisioni interne.
Il Partido Comunista Español (PCE) di Santiago Carrillo raccolse solo il 4% di voti, circa 800.000 preferenze. Alle elezioni del 1977, le prime della democrazia, aveva preso più del doppio dei voti, sfiorando il 10% e a quelle successive, nel 1979, si era attestato al 10,77% con quasi 2 milioni di voti.
Poche settimane dopo le elezioni del 28 ottobre sarebbe iniziata la II legislatura, che si sarebbe conclusa 4 anni più tardi, nel 1986.
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