
Sono passati cinquant’anni dal più grave incidente sul lavoro avvenuto in Spagna.
Almeno sessanta operai morirono per un cedimento presso la diga di Torrejòn el Rubio, in Extremadura presso l’attuale Parco nazionale del Monfragüe.
Il numero esatto delle vittime non si è mai saputo, perché il regime di Franco impose la censura sull’accaduto. I giornali diedero la notizia, dando soprattutto enfasi al lavoro dei soccorritori, ma non venne mai pubblicato un numero realistico di vittime, che probabilmente fu superiore alle sessanta. Soltanto negli ultimi anni è stato sollevato l’oblio caduto intorno a quel terribile incidente.
La strage presso la diga di Torrejòn el Rubio
L’incidente avvenne intorno alle 9 di mattina del 22 ottobre 1965, nell’area dove il fiume Tago riceve le acque del Tiétar, (oggi la confluenza rientra nei confini del Parco Nazionale ). Da sette anni andavano avanti i lavori per la costruzione di due dighe, per sbarrare i due fiumi e creare così invasi artificiali per la produzione di energia elettrica. I lavori, portati avanti da Hidroeléctrica Española (oggi Iberdrola) e che arrivarono a dar lavoro a più di 4000 lavoratori, si stavano concludendo proprio in quei giorni.
Oltre alle due dighe era stato costruito un tunnel sotterraneo del diametro di 16 metri, che metteva in comunicazione i due invasi. Attraverso questa galleria sarebbe stata pompata acqua per portare alla massima eficienza il complesso idroelettrico. Fu proprio in quel tunnel che avvenne parte del disastro.
Gli operai travolti dall’acqua

Un compartimento provvisorio che chiudeva il tunnel cedette, e l’acqua già presente in uno dei due invasi si riversò nella condotta. Due intere squadre di operai che lavoravano al suo interno vennero travolte.
Vennero travolti altri operai presenti nella centrale sotterranee ed in gallerie secondarie. Infine l’acqua, uscendo allo scoperto, si riversò nell’alveo secco del fiume travolgendo altri operai. La valanga d’acqua spazzò via ogni cosa.
Alla fine vennero riconosciuti 54 corpi, ma molti rimasero dispersi. Non si è mai saputo il reale numero delle vittime, tutti operai al lavoro nel complesso idroelettrico.
Il regime franchista tiene nascosti i fatti
La dittatura di Franco, in un periodo in cui (come accadeva contemporaneamente in Italia) si costruivano decine di dighe per aumentare la produzione di energia elettrica, non voleva che la notizia colpisse l’opinione pubblica. Già 6 anni prima, nel 1959, un altro incidente dovuto alla costruzione di una diga aveva causato 144 vittime a Ribadelago. Stavolta la censura cercò di dare meno risalto possibile alla vicenda. [Nell’ottobre di due anni prima, nel 1963, c’era stato in Italia il disastro del Vajont, con oltre duemila morti].
Negli ultimi anni grazie al lavoro di documentaristi come Garcia Herrero e Escobar Paniagua autori di “Los saltos de Torrejon”, quei fatti (ben conosciuti soltanto dai familiari delle vittime) sono tornati alla luce e oggi, nell’anniversario dei 50 anni dall’incidente, la notizia viene riportata da alcuni giornali ed in programmi TV.
Per saperne di più
Qui sotto pubblichiamo alcuni video (in spagnolo) sull’incidente di Torrejon el Rubio. A questo link si può leggere un articolo approfondito pubblicato oggi sul quotidiano El Pais, da cui provengono molte delle informazioni descritte in questa pagina. A questo link si può leggere la pubblicazione “Los saltos de Torrejon: una historia que contar”.
Da un programma della RTVE, Tv di Stato spagnola (2015).
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