
Il 20 novembre 1975, moriva il dittatore spagnolo Francisco Franco. Quel giorno, la dittatura franchista cessò, anche se i colpi di coda del regime durarono diversi anni. Quest’anno, 2015, si compiono 40 anni da quello storico evento. Conosciuto in Spagna, durante il regime, anche come Caudillo o Generalisimo, fu l’autore del tentato colpo di stato del luglio 1936 contro la II Repubblica spagnola e contro il governo delle sinistre costituito dal Fronte Popolare.
Franco è morto il 20 novembre 1975, dopo 35 anni di regime
Dal fallimento di questo tentato golpe si scatenò la Guerra Civile, una terribile guerra nella quale morirono centinaia di migliaia di persone (alcune stime parlano di 1 milione), andata avanti dal 1936 al 1939. Una guerra nella quale intervennero anche potenze straniere: al fianco dei franchisti l’Italia di Mussolini e la Germania di Hitler, al fianco dei repubblicani l’Unione Sovietica e le truppe volontarie delle Brigate Internazionali (tra cui anche migliaia di italiani). Dopo la vittoria contro i Repubblicani nel 1939, Franco instaurò un regime dittatoriale basato sul partito unico della Falange spagnola.
Regime franchista
Questo regime dittatoriale durato 35 anni, inizialmente ispirato al fascismo, prese poi un carattere peculiare conosciuto con il nome di franchismo, dal nome del dittatore. Durante questa lunga dittatura venne applicata una dura repressione, politica, economica, linguistica, culturale, religiosa, educativa. Un bilancio ufficiale delle vittime non esiste visto che ancora molte fosse comuni non sono state scoperte (solo a partire dal 2007 è iniziata una fase di recupero, grazie alla così chiamata “Ley de Memoria Historica”, approvata dai socialisti durante la presidenza di Zapatero).
Una lunga dittatura ed una dura repressione
Si parla comunque di decine di migliaia di vittime (circa 150.000 secondo alcune fonti), soprattutto subito dopo la guerra civile e fino agli anni ’50. Nei decenni di dittatura ci furono molte esecuzioni di oppositori politici, che continuarono fino a poche settimane prima della morte di Franco, nel settembre del 1975 (le ultime fucilazioni del franchismo). Subito dopo la morte di Franco, avvenuta il 20 novembre del 1975, venne nominato re di Spagna Juan Carlos I di Borbone, che ha rivestito questa carica fino all’abdicazione avvenuta il 2 giugno del 2014.
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La Transizione alla democrazia
Secondo gran parte degli storici il re Juan Carlos I ha rivestito un importante ruolo nelle delicate fasi seguite alla morte del dittatore, per portare la Spagna verso la democrazia. La transizione alla democrazia avvenne grazie al lavoro del governo presieduto da Adolfo Suárez, in carica dal 1976 al 1981. Vennero legalizzati i partiti messi al bando durante la dittatura, ed allo stesso tempo vennero “lasciate in pace” le vecchie strutture del regime. La “Amnistia” di quegli anni aveva l’obiettivo di mettere in salvo la fragilissima ed appena nata democrazia spagnola dai possibili attacchi di un apparato franchista ancora fortissimo. Del resto nel 1977, un attentato compiuto da neofascisti contro “gli avvocati di Atocha” mostrava la fragilità di una democrazia ancora troppo esposta. Non fu l’unico, e furono anni di gravi turbolenze e violenze.
La “amnistia” necessaria per blindare una fragilissima democrazia
Gli effetti di quell'”amnistia” hanno iniziato a mostrare profonde contraddizioni nella Spagna moderna, un paese democratico a tutti gli effetti dove però si fa ancora fatica a rimuovere i simboli di quel passato dittatoriale e dove sono permessi i simboli ed i partiti politici che si rifanno alla dittatura (come la Falange). Va detto comunque che l’appoggio a queste forze politiche è estremamente minoritario. Si fa però enorme fatica a recuperare la giustizia sui fatti accaduti in quei decenni bui, proprio perché la decisione storica in piena Transizione fu di non andare a rimestare troppo in quel passato.
23 F, l’ultimo colpo di coda del franchismo
Il 23 febbraio del 1981 la Spagna dovette fronteggiare un tentato golpe, che venne però sventato. Il tentativo di colpo di Stato mostrò al paese ed al mondo come il franchismo fosse ancora forte ed “in agguato”. Negli anni a seguire il paese entrò nell’Unione Europea e fece enormi passi avanti sul piano sociale, economico e democratico, diventando una democrazia consolidata al riparo da rigurgiti dittatoriali.
“Franco è morto”: l’annuncio in televisione
Lorenzo Pasqualini
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