Gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 hanno rievocato a Madrid le ferite di un altro terribile attacco terroristico. Quello dell’11 marzo 2004, quando diversi attentatori fecero saltare in aria 4 treni Cercanias in diversi punti della città. Morirono 192 persone e 1858 rimasero ferite.
Gli attentati avvennero durante l’ora di punta mattutina, con dieci esplosioni quasi simultanee fra le 7.36 e le 7.40 in quattro treni regionali Cercanias, dovute ad altrettanti zainetti carichi di esplosivo collegati ad un timer. Nell’intenzione degli attentatori, come a Parigi terroristi jihadisti, gli zaini sarebbero dovuti esplodere contemporaneamente nella stazione di Atocha, ma il ritardo di alcuni treni fece sì che le esplosioni avvenissero in punti diversi. L’esplosione contemporanea di quattro treni ad Atocha avrebbe probabilmente causato un numero di vittime ancora maggiore con il crollo della stazione ed il collasso della stazione metro sotterranea.
Il luogo delle esplosioni
Tre bombe esplosero su un treno situato nella stazione di Atocha, la stazione dei treni di Madrid sud. Altre due esplosero su un treno fermo nella stazione di El Pozo del Tío Raimundo. Un’altra bomba esplose in un treno situato nella stazione di Santa Eugenia. Altre quattro bombe esplosero su un treno che stava per entrare ad Atocha, all’altezza di calle de Téllez.
La rivendicazione degli attentati e le bugie del governo Aznar (PP)
L’attentato dell’11 marzo a Madrid si verificò a soli tre giorni dalle elezioni generali, nelle quali si sarebbero sfidati i due partiti ampiamente maggioritari nel paese: il Partido Popular (PP) ed il Partito Socialista (PSOE). Il governo uscente, presieduto da Aznar, affermò fin da subito ufficialmente che gli autori dell’attentato erano terroristi dell’ETA, il gruppo armato basco. Il 12 marzo, giorno dopo gli attentati, 9 milioni di spagnoli scesero in piazza in tutto il paese contro il terrorismo. Già allora si iniziarono a far sentire i cittadini critici con la versione governativa. Il 13, durante la giornata di riflessione, molti mass media stranieri iniziano a ipotizzare che gli autori dell’attentato siano terroristi islamici. Tuttavia il Governo spagnolo ed il candidato alla presidenza del PP, l’attuale presidente del governo Mariano Rajoy, assicuravano che a causare le 190 vittime era stata l’ETA.
Il 13 però i giornali, le radio e le TV del gruppo editoriale PRISA, iniziano ad informare che il Centro Nacional de Inteligencia è convinto per un 99% che gli autori siano islamici. Inizia una vera guerra mediatica fra i due principali gruppi editoriali del paese. Inoltre ETA, la banda basca accusata dell’attentato, con un comunicato ufficiale smentisce di aver causato l’attacco.
Vengono convocate manifestazioni, a Madrid davanti la sede del PP in Calle Genova. Il giorno dopo, giorno delle elezioni (14 marzo 2004) molti media riportano in prima pagina la notizia delle mobilitazioni. Ormai i dubbi sui veri autori delgli attentati sono sulla bocca di tutti, ed è ormai chiara la menzogna che il Partido Popular ha voluto raccontare (i dati sulla pista islamica erano chiari ben prima del 14 marzo come si saprà dopo), per non ammettere che la partecipazione della Spagna alla guerra in Iraq è stata fra le cause degli attacchi. Alle elezioni politiche il Partido Popular di Rajoy, fino a poco prima in testa nei sondaggi, perde clamorosamente le elezioni. Vince con 15 punti di vantaggio il Partito Socialista di Zapatero, che inizia così un lungo settennato alla guida del paese (riconfermato alle elezioni del 2008 e in carica fino alle dimissioni alla fine del 2011).
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