Attentati a Parigi, molte nazionalità fra le vittime: anche una italiana e tre spagnoli

Flag-map_of_the_world.svgGli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 hanno causato la morte di almeno 129 persone e il ferimento di centinaia di altre. Dopo l’attentato di Beirut del giorno prima (43 morti), e i molteplici attentati in Iraq, Siria, Nigeria, il terrorismo ha portato la guerra nelle strade d’Europa. Alcuni si trovavano seduti al tavolino di un bar, altri in un ristorante, molti altri assistevano al concerto rock dentro il Teatro Bataclan. I terroristi li hanno uccisi a colpi di fucile, giustiziandoli in un atto vile e assurdo.

Fra le vittime dell’attentato ci sono tante nazionalità. La maggioranza sono francesi, ma ci sono persone provenienti da altri 14 paesi: Algeria, Belgio, Regno Unito, Cile, Germania, Messico, Marocco, Portogallo, Romania, Svezia, Tunisia, Stati Uniti, Italia e Spagna. Ci sono poi persone con doppia nazionalità, o nate in un paese ma con famiglia originaria di paesi diversi. L’interculturalità che sempre più sta rendendo ricco il mondo e contro la quale integralismi religiosi e nuovi fascismi vogliono lottare.

Fra le vittime con nazionalità italiana e spagnola vi sono quattro persone (leggere la nota della redazione El Itagnol a fondo pagina). Una ragazza italiana di 28 anni, Valeria Solesin, che era dottoranda presso l’Università de La Sorbonne, un ragazzo spagnolo di 29 anni, Juan Alberto González Garrido, che lavorava a Parigi insieme alla compagna, Michelli Gil Jaimez con doppia nazionalità spagnola e messicana, e Manuel Pérez Paredes, con doppia nazionalità francese e spagnola.

Valeria Solesin, dottoranda alla Sorbona e volontaria di Emergency

151207697-e0771120-98e3-4455-90e1-510d4a44faefValeria Solesin, 28 anni, era una ragazza di Venezia anche se da anni era semplicemente cittadina del mondo. Viveva a Parigi dove era al suo quarto anno di dottorato presso La Sorbona. Era una sociologa esperta in welfare familiare rivolto alle donne. Proprio in questi giorni è stato ripubblicato un suo articolo su uno dei temi a lei cari, uno studio sull’occupazione delle donne in Italia e Francia che metteva in risalto la differenza fra i due paesi sul fronte dell’occupazione femminile, fortemente svantaggiata rispetto a quella maschile nell’ambito della famiglia.

La giovane viene ricordata in questi giorni dai genitori e dagli amici (qui un articolo in cui a parlare è una sua amica, con lei la sera dell’attentato). In molti ricordano il suo impegno nel sociale e il suo interesse verso la politica, il suo rifiuto verso l’uso della violenza, la contrarietà alle guerre. Era stata anche impegnata come volontaria di Emergency a Venezia, sua città, ed a Trento. Proprio la presidente di Emergency Cecilia Strada è intervenuta in questi giorni per esprimere il suo cordoglio verso quella che era stata una volontaria della ONG. Valeria era nel Teatro Bataclan quando il commando di terroristi ha aperto il fuoco.

“Valeria era figlia d’Italia e d’Europa. E’ stata uccisa, insieme a tanti altri giovani, perché rappresentava il futuro dell’Europa, il nostro futuro” ha detto in un comunicato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per ricordare Valeria, il premier Matteo Renzi ha promesso invece che verrà istituita una borsa di studio.

Juan Alberto Gonzalez Garrido, spagnolo di Madrid ha protetto la moglie prima di essere ucciso

Juan-Alberto-Gonzalez-Garrido-Paris_EDIIMA20151114_0339_18Originario di Granada ma cresciuto a Madrid, Juan Alberto aveva 29 anni e si trovava anche lui nel Teatro Bataclan. Insieme alla moglie lavorava a Parigi da due anni, come ingegnere nucleare. Angela Reina, sua moglie, ha raccontato alla stampa spagnola il terribile succedersi degli eventi della sera del 13 novembre. Ha raccontato di come suo marito abbia provato a proteggerla durante la sparatoria prima di morire. La donna è originaria di Ciudad Real, ed il sindaco della città ha espresso la sua vicinanza a tutte le vittime di questi attentati, esprimendo “rabbia e impotenza”.

I familiari hanno partecipato ad una manifestazione di solidarietà con Parigi tenutasi a Granada, sua città natale. “Questo dolore que stiamo provando non lo cureremo creando nuovo dolore – ha affermato un suo familiare. “Vogliamo che venga curato con giustizia e amore, giustizia verso chi lo ha ucciso e amore per tutte le vittime ed i loro familiari”.

Michelli Gil Jaimez, una ispano-messicana fidanzata con un italiano

PHOTO-510c73a86a8dd18f1eb2febac6ed2637-1447578774-71Michelli Gil Jaimez, messicana di 27 anni con nazionalità spagnola, lavorava nel ristorante La Belle Equipe ed è qui che è stata uccisa insieme ad altre 18 persone da un commando di terroristi. Michelli risiedeva a Parigi da diversi anni ed era fidanzata con un italiano, con il quale si voleva sposare a breve. I giornali spagnoli hanno riportato alcune foto della giovane, tratte dal suo profilo Facebook, lo stesso nel quale veniva annunciato la decisione di matrimonio con l’italiano Filo, un musicista.

Manuel Pérez Paredes, francese con genitori spagnoli

Manuel Pérez Paredes, 40 anni, aveva doppia nazionalità spagnola e francese. Nato in Francia ma con genitori spagnoli, si trovava nel Teatro Bataclan. Si trovava al concerto insieme alla sua compagna e ad un amico, anch’essi uccisi dai terroristi. Lasciano due bambini piccoli. La stampa spagnola al momento non riporta altre informazioni.

Altri due spagnoli erano nel Teatro Bataclan ma sono riusciti a sopravvivere nascondendosi in una stanza buia mentre uno dei terroristi ricaricava la sua arma.
Sono rimasti per due ore nascosti, ascoltando gli spari e le detonazioni. Hanno raccontato la loro orribile esperienza alla stampa.

NOTA DELLA REDAZIONE

La decisione di riportare nel nostro sito i nomi ed alcune descrizioni delle vittime italiane e spagnole degli orribili attentati di Parigi non ha nessuna logica escludente nei confronti delle altre vittime, nè vuole fermarsi alla fredda cronaca. Noi della redazione de El Itagnol siamo profondamente scossi da quanto avvenuto a Parigi. Usare le armi contro persone innocenti e disarmate è l’atto più vile e vigliacco che possa esistere. Il motivo per cui diamo maggior risalto alle vittime italiane e spagnole risiede solamente in un intento di concentrarsi su una realtà circoscritta, che è quella della comunità italo-spagnola. Ci anima la convinzione che ricordare con un breve accenno queste vittime, senza ovviamente la pretesa di dire chi erano, sia un granello di sabbia utile a non far cadere nell’oblio il loro nome e ciò che hanno fatto nella loro vita. Al posto loro nel Teatro Bataclan così come nei ristoranti di Parigi colpiti dagli attacchi potevamo esserci noi. Spetta a noi continuare a tenere alti i valori della libertà, della democrazia, dell’internazionalismo, del rispetto dei popoli, della pace. E mantenere la memoria.

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