
La piazza dove si trova il Museo Reina Sofia di Madrid, lo stesso che ospita il Guernica di Picasso, si è riempita oggi di madrileni per la manifestazione “No en Nuestro Nombre”, convocata contro la risposta militare al terrorismo. Partiti ed organizzazioni della sinistra e centinaia di cittadini (5mila secondo gli organizzatori) hanno preso parte alla concentrazione, che è arrivata a riempire la piazza in una giornata soleggiata e mite.
La manifestazione era stata convocata a Madrid come in altre città spagnole dopo la pubblicazione su Internet del manifesto #NoenNuestroNombre (Non nel Nostro Nome), che nel giro di cinque giorni ha raggiunto già 35mila firme e che si trova oggi fuori servizio per eccesso di visite (a questo link).
L’obiettivo della manifestazione era quello di mostrare non solo un forte rifiuto verso gli ultimi attacchi terroristici (sia a Parigi che in Libano ed Iraq) ma anche verso i bombardamenti in Siria, portati avanti da Russia, Francia e Stati Uniti e che colpiscono anche la popolazione civile. Inoltre veniva denunciata la riduzione delle libertà democratiche, giudicata misura inefficace per la garanzia della sicurezza, e infine la politica bellicista iniziata nel 2003 da Bush e Blair in compagnia dell’allora primo ministro spagnolo Aznar (bisognerebbe aggiungere anche Berlusconi, che diede il suo appoggio alla guerra in Iraq).
Dalla piazza piena di cartelli con scritto “Paz” (pace), si sono levati spesso cori con slogan come “no a la guerra!” o “no a la OTAN, bases fuera”, mentre sventolavano bandiere repubblicane spagnole e dei diversi partiti politici presenti.
Le forze politiche in piazza erano prevalentemente quelle della sinistra spagnola, in particolare Izquierda Unida (che si presenterà alle elezioni del 20 dicembre con il nome di Unidad Popular) e Podemos. Erano presenti anche Anticapitalistas (gruppo politico da cui è nato in parte Podemos), gli ecologisti di Equo, le bandiere del Partito Comunista Español. Molte bandiere repubblicane in piazza confermavano l’accento politico “di sinistra” della mobilitazione pacifista, nella quale si potevano leggere anche numerosi striscioni contrari alla NATO. Erano presenti in piazza anche cittadini di religione musulmana, che hanno espresso il loro rifiuto all’uso del terrorismo nel nome della loro religione. Manifestazioni simili a quella di oggi (anche se con una maggior presenza musulmana) si erano tenute una settimana fa a Roma.
Ad aprire i discorsi sul palco installato su un lato della piazza è stato l’attore Alberto San Juan, che ha posto l’accento sulla militarizzazione della Spagna, sulla presenza di basi statunitensi che verrebbero utilizzate per il decollo di jet militari in caso di nuove guerre. L’attore spagnolo ha anche ricordato come soltanto un mese fa si sia tenuta in Spagna una delle esercitazioni militari della NATO più importanti di sempre, ha criticato i passati governi (sia socialisti che conservatori) per aver permesso la permannza di queste basi, che secondo lui esporrebbero il paese a nuovi attacchi terroristici come quelli dell’11 marzo.
Sul palco anche la deputata di Podemos al Parlamento dell’Andalusia, Teresa Rodríguez, il sindaco di Cadice José María González ed il consigliere di Ahora Madrid nella giunta municipale della capitale Mauricio Valiente. Tutti concordi nel definire inutile e pericolosa una nuova guerra in risposta al terrorismo, una scelta che riprodurrebbe i risultati fallimentari delle guerra in Afghanistan, Iraq e Libia, che avrebbero solo aumentato il caos ed il terrorismo.
Teresa Rodriguez intervistata da eldiario.es ha chiesto ai partiti che si presentano alle prossime elezioni del 20 dicembre di chiarire la propria posizione rispetto alla guerra, ed ha affermato che “non si spegne il fuoco con altro fuoco”. Ha perciò proposto che si cominci con la sospensione di qualsiasi relazione commerciale con i paesi che finanziano il terrorismo (per esempio l’Arabia Saudita), poner fine al commercio i armi con questi paesi e cercare di soffocare economicamente i gruppi terroristi.
A conclusione della concentrazione si è esibita la banda del movimento 15M, chiamata “la Solfonica”, che ha intonato alcune canzoni contro la guerra.
La manifestazione, anche se convocata da pochi giorni, era comunque un pallido ricordo delle enormi mobilitazioni contro la guerra avvenute nel biennio 2003-2004, durante i primi bombardamenti contro l’Iraq.
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