
La Spagna nei secoli XV e XVI aveva a Roma una presenza articolata ed estesa, forse senza uguali rispetto alle altre comunità straniere. Due chiese appartenevano alla comunità spagnola, fondate per accogliere i pellegrini.
San Giacomo degli Spagnoli in Piazza Navona
La prima, San Giacomo e Sant’Ildefonso degli Spagnoli, fu costruita nel 1450, ha due facciate, una delle quali, rinascimentale, su piazza Navona, la seconda si apre sul lato opposto, sull’attuale corso Rinascimento. In occasione dell’elezione dell’imperatore Ferdinando III nel 1637, piazza Navona fu luogo di grandi feste organizzate dagli Spagnoli davanti alla chiesa, le fontane buttavano vino e si gettavano denari alla folla. I palazzi accanto formavano un isolato spagnolo in cui vi era anche l’ospizio dei pellegrini. Sui cornicioni e sui portali sono ancora scolpite le conchiglie di San Giacomo.
Dal settecento in poi, in conseguenza delle vicende politiche e religiose della Spagna, la chiesa lentamente decadde e fu venduta nell’ottocento a missionari francesi che le diedero la denominazione attuale: Nostra Signora del Sacro Cuore.
Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli

La seconda chiesa è Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli, situata in via di Monserrato presso piazza Farnese, attualmente la chiesa ufficiale di Spagna a Roma. Fu costruita su progetto di Antonio da Sangallo fra il 1518 e il 1594. Sul portale è presente un gruppo scultoreo che rappresenta la Madonna seduta su una roccia con il bambino in braccio che tiene in mano una roccia, allusione alla parola Montserrat.
All’interno, nella prima cappella a destra, il mausoleo dei papi spagnoli della famiglia Borgia (Callisto III e Alessandro VI) e il cenotafio del re di Spagna Alfonso XIII che morì in Italia nel 1941 e rimase qui sepolto fino al 1980 quando fu traslato all’Escorial.
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