Torna in libertà Arnaldo Otegi, leader indipendentista basco: un caso controverso

Arnaldo Otegi, dirigente della sinistra indipendentista basca, ha scontato diversi anni di prigione per i suoi vincoli con il gruppo armato ETA
Arnaldo Otegi, dirigente della sinistra indipendentista basca, ha scontato diversi anni di prigione per i suoi vincoli con il gruppo armato ETA

MADRID. I giornali spagnoli hanno dato ampio risalto ieri 1 marzo del 2016 alla scarcerazione di Arnaldo Otegi, storico dirigente della sinistra indipendentista basca. Il politico si trovava in carcere da 6 anni e mezzo (arrestato il 13 ottobre 2009 durante una delle tante retate negli ambienti della sinistra indipendentista basca), condannato dalla giustizia spagnola per aver provato a ricostituire il partito Batasuna, un tempo il braccio politico del gruppo terrorista ETA. A pronunciare il verdetto contro di lui fu il giudice Baltasar Garzòn, che in seguito fece autocritica sulla condanna e ripetè più volte che il caso andava rivisto.

Come spesso accaduto in Spagna sul fronte della lotta all’indipendentismo basco e al terrorismo dell’ETA, si mescolano pericolosamente in questa vicenda giurisprudenza e politica.

Otegi, seppur vincolato in passato con Batasuna (e ancora prima con ETA), si stava battendo già nel 2005 per la svolta pacifica dell’indipendentismo abertzale (nazionalismo basco). Lo stesso giudice Garzòn, che lo ha condannato, affermò che “Otegi sarebbe stato più utile fuori dal carcere che dentro”, riferendosi al suo impegno nella pacificazione della lotta indipendentista. Un giudice del Tribunale Supremo, Alberto Jorge Barreira, si dichiarò contrario alla sentenza.  I conservatori del PP e una parte preponderante della magistratura hanno però sempre optato per la via dura, quella della punizione.

Personalità della sinistra politica spagnola che nulla hanno avuto a che fare con la violenza politica (socialisti, membri di Izquierda Unida, attuali deputati di Podemos), si sono pronunciate negli scorsi anni per la scarcerazione di Otegi. Anche personalità internazionali come Noam Chomsky, il presidente dell’Uruguay Josè Mujica o il Nobel per la Pace Mairead Maguire, si sono pronunciate per la sua scarcerazione. Quella di Otegi è stata considerata negli ambienti della sinistra spagnola, anche in quella moderata, una condanna “politica”, una punizione della magistratura legata alla destra conservatrice per il suo passato vicino alla banda ETA (passato per cui aveva però già scontato il carcere altre cinque volte).

Al di là delle ambiguità spesso presenti nella sinistra basca riguardo all’attività dell’ETA, (Otegi non ha mai condannato pubblicamente l’ETA), il carismatico dirigente era una figura chiave nel processo di pace, ed il suo arresto risultò a molti come un ostacolo al processo di pacificazione.

Otegi scarcerato viene accolto da 200 persone fuori dal carcere di Logroño

Circa 200 persone hanno accolto il dirigente all’uscita dal carcere di Logroño, dove ha scontato la pena. Di fronte alle tante telecamere dei mass media presenti fuori dalla prigione Otegi ha detto: “tutte queste telecamere dimostrano che ci sono prigionieri politici nello stato spagnolo. Non se ne vedono tante per i prigionieri sociali”. Ha poi affermato che “prima o poi il Paese Basco sarà indipendente”.otegi_libero_spagna

Otegi ha adesso davanti a sé un nuovo futuro da dirigente politico ed ha già annunciato che cercherà di portare la sinistra indipendentista alla vittoria nelle regionali di fine anno. Per farlo dovrà recuperare il terreno perso rispetto a Podemos, che ha avuto grande successo nell’ultimo anno nel Paese Basco raccogliendo molti voti della sinistra indipendentista.

Negli anni di carcere Ortega è stato eletto  segretario generale del partito di sinistra indipendentista Sortu (considerato l’erede di Batasuna), facente parte della coalizione Eh-Bildu. Otegi ha detto all’uscita del carcere che rinnova il suo impegno politico come euskaldún, independentista e socialista.

Questo sabato tornerà a parlare ai militanti della sinistra basca nel Velódromo dei Anoeta a San Sebastián, dove undici anni fa annunciò l’impegno per pacificare il conflitto con lo stato spagnolo per “portare il conflitto dalle strade al tavolo dei negoziati”.

La liberazione di Otegi incendia la giornata politica

In Spagna ieri era un giorno importante al livello politico: il leader del PSOE Pedro Sanchez parlava infatti al Congreso de los Diputados cercando la fiducia per formare governo. Un’impresa quasi impossibile perché non ha i voti. L’attenzione mediatica nella prima parte della giornata si è però concentrata tutta sulla scarcerazione di Otegi e sulle dichiarazioni politiche che l’hanno seguita.

Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha pubblicato un tweet in cui affermava che “la libertà di Otegi è un buona notizia per i democratici” aggiungendo anche che “nessuno dovrebbe finire in prigione per le proprie idee”. Una chiara critica alla dura condanna scontata da Otegi, che è stata subito usata dalla destra del PP e da Ciudadanos per accusare Podemos di essere filo-ETA.

Subito dopo la pubblicazione di questo tweet, il leader di Ciudadanos Albert Rivera ha risposto: “Otegi fu condannato dalla Giustizia per appartenenza a una banda armata”, aggiungendo che una persona che si trova in carcere per le proprie idee non è Otegi ma l’oppositore al chavismo Leopoldo Lopez, rinchiuso da due anni in un carcere di Caracas, in Venezuela.

L’ETA dunque, a cinque anni dall’abbandono della lotta armata, continua a creare forti tensioni nella politica. Non solo. Soltanto un mese fa abbiamo raccontato il caso dei due burattinai arrestati a Madrid per aver esposto, durante uno spettacolino di carnevale, un finto cartello di appoggio all’ETA. L’intento dello spettacolo non era quello, ma nella Spagna del 2016 basta poco per far saltare i nervi. Specie se si tocca il tema “tabù” per eccellenza. Quando si tira in ballo l’ETA in Spagna, la destra conservatrice e la magistratura (spesso coincidente con quegli ambienti), mostrano il loro lato più reazionario, che certo non lascia tranquilli coloro i quali hanno conosciuto le nefandezze del franchismo.

La stampa italiana parla della liberazione di Otegi

Fatto insolito, la stampa italiana ha dato un certo risalto oggi ala liberazione di Otegi in Spagna. La Repubblica ha pubblicato un lungo articolo in cui ricorda il ruolo importante del dirigente basco nella pacificazione dello scontro fra Spagna e Pais Vasco.

Anche sul Corriere della Sera c’è spazio per un trafiletto sulla liberazione di Otegi, ed il giornale milanese sottolinea anche in questo caso il ruolo di pacificatore del dirigente indipendentista.

Grande risalto da parte dei giornali della sinistra, in primis il manifesto (che parla di “Nelson Mandela basco”) e la galassia di siti legati ai movimenti di sinistra italiani, centri sociali, eccetera, da sempre molto attenti alla questione basca (in certi casi anche con molto discutibili ambiguità verso le attività dell’indipendentismo violento).

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