Il 2016 spagnolo: cronologia di un anno al contrario

El País ha definito il 2016 “el año que salió al revés”, un anno al contrario, ricco di cose inaspettate. E’ stato un anno denso di avvenimenti in tutto il mondo e la Spagna non è stata da meno.

6 Gennaio: Cabalgata de los Reyes Magos a Madrid

Avremmo dovuto capirlo da subito che sarebbe stato un anno molto particolare, pieno di svolte inattese: le prime avvisaglie ci sono state già nella prima settimana di Gennaio. Non convenzionali sono stati, infatti, i costumi dei tre Re Magi scelti per la tradizionale cabalgata madrilena del 6 Gennaio, una festa molto sentita dagli spagnoli. era la prima organizzata dalla sindaca di Ahora Madrid, Manuela Carmena e su di lei è piovuta una pioggia di polemiche: in pochi hanno apprezzato il distacco dalla tradizione. Su tutti, il tweet di un’ex deputata del PP è destinato a rimanere nella storia; “Mia figlia di 6 anni: Mamma, il vestito di Gaspare è falso. Non te lo perdonerò mai, Carmena”.

13 Gennaio: si insedia l’ XI legislatura

Gli stessi che rimasero a bocca aperta davanti a un Baldassare con i rasta dovettero accettare anche il primo parlamentare con la stessa pettinatura.  E’ il 13 Gennaio quando per la prima volta si riuniscono i deputati  dell’ XI legislatura, eletti il 20 Dicembre dell’anno precedente. La grande novità è rappresentata dall’ingresso  dei deputati dei due nuovi partiti Ciudadanos e Podemos. Sono molti i volti nuovi, ma le critiche si concentrano su Alberto Rodriguez, il podemita meglio conosciuto come “el de las rastas”. A suscitare polemiche è anche un’altra deputata di Podemos che decide di portare il figlio di 6 mesi al Congresso. Il vero problema, però, resta la difficile formazione di un governo dopo l’incerto risultato ottenuto nelle elezioni del 2015.

6 Febbraio: burattinai in manette

A un mese dalla polemica cabalgata un altro problema scuote l’Ayuntamiento de Madrid. Durante le celebrazioni del Carnevale, nel quartiere di Tetuán sono svariate le famiglie che assistono ad uno spettacolo di burattini indicato come adatto ad un pubblico di  bambini. Ciò che viene messo in scena è, però, un’opera satirica, con contenuti ritenuti violenti dai genitori.  Ciliegina sulla torta, ad un certo punto un burattino poliziotto appende al collo di un altro personaggio un cartello con scritto “Gora alka ETA” (Gora ETA significa viva ETA in euskera, alka viene inserito per creare un gioco di parole con Al Quaeda).

Gli spettatori decidono di avvisare subito le autorità. Lo scopo della  satirica è denunciare le manipolazioni della polizia corrotta, ma per i burattinai scatta l’arresto per apologia del terrorismo. Verranno scarcerati cinque giorni dopo e alla fine la causa sarà archiviata. Sono state molte le manifestazioni di solidarietà per i burattinai, non solo a Madrid, ma anche nel resto della Spagna.

11 Febbraio: PP sotto accusa

Gli inquirenti entrano nella sede madrilena del PP situate in calle Génova, sequestrano computer e portano alla luce una complessa rete di corruzione che rientra nel caso “operación Púnica”. Lo scandalo scuote i Popolari e porterà alle dimissioni di Esperanza Aguirre.

Nel 2016 abbiamo visto sfilare sul banco degli imputati svariati politici; oltre a questo caso hanno occupato molto spazio il caso Nóos che vede coinvolta anche l’infanta Cristina e il caso Taula in cui a essere sotto accusa è la sindaca di Valencia Rita Barberá (morta lo scorso Novembre) e vari membri del PP valenciano. È stato anche l’anno dei Panama Papers: nella lunga lista di coloro che investivano nel paradiso fiscale oltreoceano non potevano mancare personaggi illustri di origine spagnola.

21 Marzo: 7 italiane perdono la vita in Spagna

Un pullman su cui viaggiano diversi studenti Erasmus rientra a Barcellona da Valencia dove i ragazzi avevano partecipato alla Fiesta de las Fallas. L’autista si addormenta, come confesserà in seguito, il bus si ribalta. Nell’incidente perdono la vita 13 ragazzi tra i 19 e i 25 anni tra cui ben 7 ragazze italiane. A Novembre il giudice chiude il caso assolvendo l’autista.

26 Aprile: nuove elezioni

Mai come quest’anno  Re Felipe è stato impegnato: dopo aver visto fallire tutti i possibili patti per tentare di formare il governo (la parola “pactometro” è stata una delle più pronunciate in Spagna quest’anno) e dopo tre ronde di consultazioni il capo di Stato prende una decisione inevitabile, ma senza precedenti: sciogliere il Congresso e indire nuove elezioni.

9 Maggio: il patto della speranza

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Manifesti elettorali di Unidos Podemos in una strada di Malasaña, quartiere centrale di Madrid (23 giugno 2016 – foto Lorenzo Pasqualini)

Pablo Iglesias e Alberto Garzon, rispettivamente leader di Podemos e Izquierda Unida, firmano un accordo che gli elettori di sinistra accolgono con gioia e speranza: alle elezioni del 26 Giugno concorreranno insieme sotto il nome di Unidos Podemos. I sondaggi fanno ben sperare, la formazione sembra destinata a sorpassare il PSOE ed essere seconda solo al PP, ma se c’è una cosa che abbiamo imparato quest’anno è che…

26 Giugno: … mai fidarsi dei sondaggi

A pochi giorni dal Brexit i cittadini spagnoli sono chiamati alle urne. Con un risultato che coglie tutti di sorpresa il PP ottiene 137 seggi,  14 in più rispetto alle elezioni del Dicembre 2015, dimostrando di non aver subito alcun danno dai numerosi scandali di corruzione. La delusione più grande è Unidos Podemos: nessun sorpasso al PSOE, Iglesias e Garzón devono accontentarsi di 71 deputati. Anno da dimenticare per le sinistre di tutto il mondo.

9 Luglio: per una volta vince il toro

Victor Barrio, torero ventinovenne, muore  a Teruel durante la  Feria del Ángel. L’ultimo a soccombere al toro era stato José Cubero nel 1985. In un Paese in cui i detrattori della manifestazione taurina sono in aumento (in Catalogna le corride sono state proibite) e il partito animalista (PACMA) registra sempre più sostenitori, non sono mancate le polemiche. Sui social c’è chi ha gioito per la morte del torero, scatenando l’ira della famiglia, che ha deciso di querelarli.

29 Ottobre: Rajoy, otra vez

Dopo 310 senza governo,  Mariano Rajoy viene eletto presidente. Il leader del Partido Popular deve il suo successo all’astensione del Partido Socialista che ha preso la dura decisione di astenersi e facilitare la formazione di un esecutivo di destra. A pagare il prezzo più alto è il segretario del PSOE, Pedro Sánchez, che rinuncia al suo seggio da deputato pur di non andare contro alla sua ferma scelta di non appoggiare un governo guidato dal partito rivale.

24 Dicembre: il discorso del Re

Il tradizionale discorso che va in onda la vigilia di Natale registra il minimo storico di audience. Nel suo messaggio, Felipe VI, afferma che è giunto il tempo di costruire “una Spagna di braccia aperte e mani tese, in cui nessuno agiti vecchi rancori o apra ferite chiuse”. Parole che non sono piaciute all’Associazione per il recupero della memoria storica che ha visto in esse un attacco a coloro che da anni fanno il possibile per ritrovare i corpi dei desaparecidos della dittatura franchista.

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Giulia Zuffa

Laureata in Scienze della comunicazione, vive tra Bologna e Milano, ma ha il cuore in Spagna. Aspirante giornalista con la passione per la politica, il buon cibo e il calcio.

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