
MADRID. Si conclude oggi a Madrid il secondo congresso nazionale di Podemos, la formazione politica nata in Spagna all’inizio del 2014, guidata dal carismatico Pablo Iglesias. Si tratta di un congresso decisivo per la formazione viola, visto che una delle possibilità è addirittura la scissione del partito. Una possibilità che è stata enfatizzata dai mass media spagnoli, da sempre molto critici con il partito nato nel 2014 sull’onda del movimento 15M.
Nel partito sono presenti da mesi forti tensioni, soprattutto in merito a come è stata gestita la fase delle negoziazioni con gli altri partiti dopo le elezioni generali tenutesi a fine 2015 e a metà 2016. Le correnti interne sono in realtà una cosa del tutto normale all’interno dei partiti, ma nel caso di Podemos si tratta della prima grande fase di tensioni interne dalla sua nascita, e a sinistra si sa, la tendenza alla scissione è sempre in agguato.
Il congresso Vistalegre 2 si tiene a Madrid l’11 e 12 febbraio 2017
Il congresso, che si tiene dall’11 al 12 febbraio 2017, viene chiamato dai giornalisti “congresso di Vistalegre 2”, perché si tiene all’interno del Palacio Vistalegre, un palazzetto dello sport usato per le partite di basket molto caro a Podemos, per essere il luogo dove si tenne l’assemblea costituente, nell’ottobre del 2014. Sono passati soltanto due anni e quattro mesi, ma è come se fossero passati secoli.

Podemos infatti, dopo aver sbancato alle elezioni amministrative del 2015, permettendo la formazione di giunte comunali di sinistra in molte grandi città, da Madrid a Barcellona, non è uscita con le ossa del tutto a posto dal 2016, l’anno interminabile in cui la Spagna è rimasta senza governo per dieci mesi, l’anno dell’impasse politica e delle trattative infinite fra partiti.
A causare tensioni interne è soprattutto la strategia politica scelta da Pablo Iglesias, leader del partito. Uno dei punti di maggior tensione è la gestione delle trattative nei mesi cruciali seguiti alle elezioni del dicembre 2015 e alle anticipate del giugno 2016. Podemos seguì una strategia di blocco verso la possibilità di governare con i socialisti, una strategia che non piace agli errejonistas.
Altro nodo che crea tensione è la decisione di unirsi a Izquierda Unida, una alleanza creatasi nel maggio del 2016 che ha dato vita a Unidos Podemos. Anche in questo caso, Iglesias vuole approfondire l’unione, mentre Errejon è critico verso questo “cartello della sinistra”.
In sostanza sono presenti tre grandi correnti politiche: quella dei sostenitori di Pablo Iglesias, quella degli errejonistas e quella degli anticapistalistas, la corrente più a sinistra (e più vicina a Iglesias).
Cosa si decide al congresso di Vistalegre 2
Nel congresso di Vistalegre 2, che si concluderà oggi, 12 febbraio 2017, si deciderà chi sarà il nuovo segretario generale del partito, chi comporrà la nuova direzione, e che posizione politica e modello organizzativo adotterà il partito.
A rendere più difficile questa votazione, ci si mette la profonda tensione esistente da diversi mesi nel partito, fra i sostenitori di Pablo Iglesias (definiti “pablistas”) e quelli di Íñigo Errejón, il numero due del partito, definiti “errejonistas”.
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