Il cantautore italiano Giuseppe Peveri, in arte Dente, sarà in Spagna a fine marzo in occasione del suo tour internazionale. Lo abbiamo intervistato per l’occasione.
Giuseppe Dente, benvenuto in Spagna a nome della redazione de El Itagnol. Sei un cantautore sempre più apprezzato e conosciuto in Italia. Come va all’estero, in Europa per esempio?
Ho iniziato a suonare fuori dall’Italia qualche anno fa per provare una nuova esperienza e per tentare di portare la musica italiana, cantata in italiano, all’estero. I circuiti promozionali spesso sono quelli italiani e si suona principalmente per loro che in Italia non possono tornare ma una sfida che mi piace pesare di aver avviato è quella di provare a far sentire la mia musica a chi in Spagna, Francia o Germania c’è nato.
In questo tour europeo suonerai in tre città spagnole. Non è la prima volta che suoni in Spagna giusto? Ci puoi raccontare le tue passate esperienze di concerti in questo paese?
La prima volta ho suonato con con la band a Siviglia nel 2009 in un bellissimo festival alle porte della città, il mio disco (l’amore non è bello) era distribuito in Spagna e il riscontro del pubblico (in maggioranza spagnolo) è stato ottimo. Sono tornato altre volte a Madrid e Barcellona ma da solo, chitarra e voce in contesti più “italiani”. Quando si suona all’estero è sempre difficile portare i musicisti della band perché i costi sono sempre alti. Questa volta però sarò accompagnato da un nuovo gruppo, saremo in 5 sul palco e sarà un concerto “completo”. Sono sempre felice di suonare in Spagna, è un paese che amo molto e che vorrei conoscere meglio.
Un marzo pieno di concerti di artisti italiani in Spagna: ecco tutte le date
Hai delle curiosità su questo paese, magari anche musicali? Qualcosa che ti attira, della sua cultura…
Come anticipavo la Spagna la conosco poco ma mi affascina molto, ho visitato le principali città e tanti anni fa ho fatto un bellissimo viaggio in macchina da Bilbao a Barcellona passando per il deserto, è un ricordo molto vivo di un viaggio magico.
Quando suoni fuori dall’Italia, chi è il pubblico dei tuoi concerti? Sei seguito anche dai non italiani?
Si, sono prevalentemente italiani e come dicevo mi piacerebbe anche allargare la curiosità a gli stranieri. Spesso gli italiani si portano degli amici del posto e così nasce il passaparola che ancora oggi è la cosa che funziona meglio.
La comunità italiana all’estero ti fa sentire il tuo appoggio? Qual’è la tua sensazione quando incontri italiani all’estero nei tuoi concerti o al margine?
Sono spesso studenti o persone che vivono un’esperienza temporanea all’estero, molti di loro li ho poi rincontrati in Italia perché sono tornati. La comunità italiana “residente” mantiene sempre dei rapporti con l’Italia ed è anche orgogliosa di portare o vedere gli artisti Italiani nella città in cui vivono.
Parliamo del tuo album, “Canzoni per metà”, al centro del tuo tour. Sesto disco che pubblichi. È un disco particolare, che va ascoltato con attenzione. Ma del resto tutte le tue attenzioni, giocando sull’uso delle parole, e con testi non scontati, necessitano di attenzione…
Questo disco in particolare è abbastanza bizzarro, ho voluto fare un esperimento, vedere se le canzoni non canoniche hanno una possibilità di essere considerate al pari delle altre. I risultati dell’esperimento non sono ancora pronti.
La copertina del tuo album ha un collage con una sirena al contrario…come mai questa scelta?
Perché è un disco che ho registrato suonando tutto da solo e quindi è la trasposizione di un collage in musica e poi perché le canzoni sono un po’ al contrario, un po’ bizzarre esattamente come una donna con la testa di pesce.
Irene… è un nome che ricorre spesso nelle tue canzoni. C’è un motivo particolare, sempre che tu voglia dircelo?
Ti abbraccio fortissimo.
Lorenzo Pasqualini
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