Il terremoto del 26 settembre 1997 sconvolse l’area di Foligno e Colfiorito, a cavallo fra Umbria e Marche: ci furono 11 vittime e decine di migliaia di sfollati. Il crollo della volta nella Basilica di San Francesco ad Assisi è rimasto un simbolo di quel disastro. Tanti i passi avanti fatti dalla sismologia italiana in questi ultimi vent’anni, segnati purtroppo da nuovi eventi sismici.

Il 26 settembre del 1997 un forte terremoto colpiva l’Italia centrale, in una zona dell’Appennino situata fra l’Umbria e le Marche, causando 11 morti, 100 feriti e il danneggiamento grave di circa 80.000 edifici.
Il sisma diede anche un durissimo colpo al patrimonio artistico e archeologico. L’epicentro delle scosse più forti si concentrò a cavallo fra l’Umbria e le Marche. Viene ricordato anche come terremoto di Colfiorito.
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La prima scossa avvenne alle 2.33 di notte con epicentro Cesi (nei pressi di Colfiorito e Serravalle del Chienti).
La scossa, di magnitudo 5.8, svegliò mezza Italia centrale e causò due vittime. Due anziani morirono per il crollo della loro abitazione. Il terremoto venne avvertito distintamente anche a Roma e nelle altre città dell’Italia centrale, dove molte persone si svegliarono nella notte.
Due forti scosse a distanza di poche ore
Fu il primo grande terremoto dopo quello del 1980 in Irpinia, che aveva causato migliaia di vittime, ed ebbe grande ripercussione mediatica.
Poco prima di mezzogiorno del 26 settembre, proprio mentre i tecnici eseguivano sopralluoghi sulle case danneggiate dal sisma della notte ed i giornalisti arrivavano nell’area dell’epicentro per documentare i danni ed intervistare gli sfollati, una nuova scossa sconvolse l’area.
Stavolta più forte, di magnitudo 6.1, e con epicentro ad Annifo (Perugia), pochi chilometri al nord di Cesi, dove c’era stata la prima grande scossa. Il nuovo terremoto, il cui ipocentro venne localizzato ad una profondità di 10 km, diede il colpo finale a tanti edifici già danneggiati nella notte.
Il crollo della volta della Basilica di San Francesco d’Assisi
Ci furono altre otto vittime, che si aggiunsero a quelle della notte.
Quattro di queste vittime erano tecnici, giornalisti e frati che si trovavano nella storica Basilica di San Francesco d’Assisi, conosciuta in tutto il mondo per gli affreschi di Giotto e Cimabue: le vittime si trovavano nella Basilica per verificare i danni della notte quando vennero travolti dal cedimento della volta.
Il video con il crollo e la nuvola di polvere che investe tutto, fece rapidamente il giro del mondo ed è diventato una delle immagini simbolo di quel terremoto.
La sequenza sismica
Lo sciame sismico durò a lungo, per settimane, con scosse anche forti, come quella di magnitudo 5.5 del 14 ottobre 1997. L’area più colpita fu quella di Foligno (sia le frazioni montane che il capoluogo, nel quale fu emblematico il crollo del torrino del Palazzo Comunale), Nocera Umbra, Preci, Sellano ed Assisi in Umbria e Fabriano, Serravalle di Chienti e Camerino nelle Marche.
Subito dopo il sisma, dopo la prima fase di allestimento delle tendopoli, gli abitanti delle zone colpite vennero alloggiati nei container, che rimasero in loco per molti anni, fino al completamento della ricostruzione, avvenuto diversi anni più tardi.
Per approfondire
I terremoti del ‘900: la sequenza sismica in Umbria-Marche del 1997
Il 26 settembre 1997 due eventi sismici di magnitudo Mw 5.7 e 6.0 colpirono l’area di Colfiorito (al confine tra Umbria e Marche) a distanza di nove ore l’uno dall’altro (alle 2:33 e alle 11:40 ore italiane). La sequenza sismica del 1997 al confine tra Umbria e Marche rappresenta uno spartiacque per la sismologia italiana.
Lorenzo Pasqualini
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