Barcellona ed altri comuni con più di 100.000 abitanti non cederanno spazi comunali per la celebrazione del referendum illegale dell’1 ottobre
Barcellona non aprirà seggi elettorali il prossimo 1 ottobre, quando si dovrebbe tenere il referendum (dichiarato illegale dalla Corte Costituzionale) per la secessione della Catalogna dalla Spagna.
Il comune di Barcellona, guidato dalla sindaca Ada Colau, insieme ad altri sei comuni della Catalogna con più di 100.000 abitanti, ha respinto la richiesta del presidente della Generalitat (il governo regionale catalano) Puigdemont, di cedere locali comunali per garantire seggi elettorali nella giornata del primo ottobre.
Barcellona ed altri sei grandi comuni della Catalogna non aprirà seggi elettorali per il referendum
Questi sette municipi della Catalogna, nei quali vive più di un terzo della popolazione della regione, hanno argomentato il loro no affermando che rispetteranno le disposizioni della Corte Costituzionale.
Il Tribunal Constitucional, oltre a dichiarare illegittima la legge per il referendum approvata la sera del 6 settembre scorso, ha comunicato agli oltre 900 sindaci catalani che, nel caso in cui partecipassero alla realizzazione del referendum illegale, incorrerebbero nella possibilità di commettere un reato.
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Oltre il 40% dei comuni catalani metterà a disposizione i propri locali per il referendum
Allo stato attuale, almeno 654 comuni della Comunità Autonoma di Catalogna, la maggior parte di piccole dimensioni, hanno firmato un documento dando la propria disponibilità a partecipare alla realizzazione del referendum, mettendo a disposizione gli spazi del Comune come seggi elettorali. Si tratta del 68% dei comuni catalani, che rappresentano circa il 41% della popolazione catalana.
Il “no” della sindaca di Barcellona Ada Colau alla cessione di spazi comunali per il referendum va interpretato come un rifiuto allo scontro frontale con il governo spagnolo. Inoltre, l’apertura di seggi elettorali metterebbe in pericolo anche i dipendenti comunali, che potrebbero essere denunciati nel caso in cui partecipino alla consulta illegale.
Tuttavia, la sindaca di Barcellona Ada Colau mantiene una posizione di apertura al referendum, ed ha dichiarato che si impegnerà per facilitarne lo svolgimento. Una posizione ambigua, dovuta alle diverse posizioni dentro Podemos. Un partito ufficialmente contrario all’indipendenza, ma allo stesso tempo favorevole alla consulta elettorale, vista come uno strumento di consultazione popolare.
Gli unici grandi municipi catalani che hanno dato la disponibilità all’apertura di seggi elettorali sono quelli di Badalona, Sabadell e Reus.
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