Ennesimo ribaltone nell’infinito affaire Catalogna: ora a volere l’indipendenza è la Tabarnia. A chiedere a gran voce la libertà del territorio che comprende la zona di Barcellona e quella di Tarragona, è la piattaforma “Barcelona is not Catalonia”. Attivi dal 2012, ma saliti alla ribalta negli ultimi giorni, i membri dell’organizzazione desiderano raggiungere “una gestione politica e fiscale adatta a Barcellona, fuori dalla Generalitat catalana”.
Una nuova regione
Attenzione, non si parla di uno Stato indipendente, come quello agognato da Puigdemont. La Tabarnia diventerebbe una Comunità autonoma, ovvero una nuova regione che affiancherebbe le 17 già esistenti. Il sogno è quello di seguire le orme di Madrid, un tempo parte della Castilla e ora della “Comunidad autónoma de Madrid”.
Un territorio florido e aperto
Secondo i sostenitori della Tabarnia, la zona di Barcellona non solo è più aperta, cosmopolita e perfettamente bilingue (catalano e castigliano), ma economicamente più virtuosa rispetto al resto della Catalogna definita “rurale”.
L’istanza della Tabarnia, secondo alcuni, sarebbe da considerarsi legale. L’articolo 143 della Costituzione spagnola permette, infatti, alle “province limitrofe con caratteristiche storiche, culturali e economiche comuni” di “accedere all’autogoverno” e dar vita ad una nuova Comunità autonoma.
Cronache di Tabarnia
La Regione già dispone di una bandiera, data dall’unione dello stendardo del capoluogo catalano e da quello della città di Tarragona. E’ inoltre attivo un profilo Twitter ufficiale e su Change.org è stata lanciata una petizione per ottenere l’indipendenza del territorio. Si fa sul serio, insomma. L’obiettivo è il Tabarnexit da ottenersi con un referendum simile a quello scozzese. La consultazione, secondo Barcelona is not Catalonia, servirebbe a dimostrare che la Catalogna rurale sostiene il Presidente destituito Carles Puigdmont, mentre la Tabarnia vuole qualcosa di diverso. Nell’ex Contea di Barcellona, i cittadini vogliono liberarsi dal Governo catalano accusato di spendere gran parte delle proprie risorse per la causa indipendentista.
Il futuro della Tabarnia
La surreale vicenda ha ribaltato le carte in tavola. Per dirla in termini matematici la Tabarnia sta alla Catalogna come la Catalogna sta alla Spagna. I separatisti si trovano, inaspettatamente, a dover difendere l’unità della regione catalana e ad invocare la non validità dell’istanza tabernese.
En los próximos días veréis que los independentistas se empiezan a poner nerviosos. Al principio será sorpresa, luego incredulidad, luego risa, después estarán desconcertados, tendrán miedo y por último nos odiarán. Calma. En #Tabarnia estamos trabajando, atentos al 2018… +=+=
— Bcnisnotcat (@Bcnisnotcat_) 25 dicembre 2017
Giulia Zuffa
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