Il 5 marzo 2018, mentre mezza Italia era concentrata a seguire i risultati delle elezioni del 4 marzo, a Firenze un uomo che stava per suicidarsi ha deciso di girare la pistola verso un senegalese, ed ucciderlo.
Idy Diène, di 54 anni, è stato ucciso a colpi di pistola sul ponte Vespucci. Ad ucciderlo è stato Roberto Pirrone, 65 anni, che avrebbe sparato con una Beretta regolarmente detenuta.
Pirrone era uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi, sembrerebbe per motivi economici, ma ha deciso alla fine di sparare contro un nero. Un “pazzo”, è stato riportato da alcuni media. Eppure il dato è preoccupante.
In 12 anni altri senegalesi uccisi a Firenze: “è razzismo”
È la terza volta che a Firenze vengono uccise persone di origine africana. Era successo nel 2006 e nel 2011. Nel 2011 si era trattata di una vera strage, con due uomini uccisi e tre feriti da parte di un uomo vicino all’estrema destra. Di fronte al terzo crimine di questo tipo, nonostante gli inquirenti parlino di assenza di movente razziale, i senegalesi sono scesi in piazza la sera del 5 marzo animati da disperazione e rabbia.
La rabbia dei senegalesi e la timida mobilitazione antirazzista
Hanno percorso le vie del centro di Firenze gridando “basta razzismo!”, ed alcuni hanno rovesciato a terra i grossi vasi di fiori che adornano le zone pedonali della città e divelto alcune recinzioni mobili di un cantiere.
Qualche vaso spaccato, in una situazione di evidente tensione e rabbia, hanno portato alcuni giornali a parlare di “guerriglia” e “devastazione del centro”, in una evidente esagerazione dei fatti. Il sindaco di Firenze, Nardella, oltre a denunciare l’omicidio ha espresso parole di denuncia verso la “violenza” della manifestazione: “comprendiamo il dolore della comunità senegalese – ha scritto su Twitter Nardella – “ma la protesta violenta di questa sera in centro è inaccettabile. I violenti, di qualsiasi provenienza, vanno affidati alla giustizia”.
Il giorno dopo, il 6 marzo, una nuova manifestazione al Ponte Vespucci ha visto la partecipazione di molti senegalesi, ed anche diversi italiani, che hanno manifestato contro il razzismo. “Siamo stanchi del razzismo – diceva alle telecamere un senegalese – basta razzismo!” Per poi aggiungere: “sempre a firenze! nel 2006, nel 2011, adesso. Non succede a Milano, non succede a Roma, non a Napoli…sempre Firenze. Basta!”. Altre persone hanno puntato il dito contro il leader della Lega, Salvini, colpevole secondo loro del clima di razzismo che si respirerebbe in Italia.
I senegalesi: “basta razzismo!”
Il sindaco Nardella, venuto a lasciare il suo messaggio, è stato contestato e mandato via dai manifestanti per le sue parole del giorno prima, ritenute troppo “equilibriste”. Il suo allontanamento dalla manifestazione è diventata la notizia del giorno a Firenze, ed è rimbalzata sui giornali nazionali acquistando un’importanza spropositata di fronte alla evidente disperazione di una comunità senegalese molto preoccupata da tanti omicidi.
Ancora una volta, si assiste in Italia ad una trasformazione mediatica dei fatti che hanno a vedere con i migranti. Anche la semplificazione fornita sul gesto omicida, “un pazzo con problemi economici”, sembra piuttosto fuorviante quando arriva a un mese dai fatti di Macerata e se si pensa che a Firenze era già successo altre volte.
Il video della rabbia dei senegalesi a Firenze
La manifestazione del 6 marzo 2018 sul Ponte Vespucci
Ponte Vespucci pieno di bimbi, giovani e anziani per manifestare contro il #razzismo dopo l’assassinio di #IdyDiene. Così ci piaci #Firenze! pic.twitter.com/DzbbrDyuvV
— virginia pi (@Lavirgipunto) 6 marzo 2018
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