
MADRID. Forte maltempo in Spagna. Una vasta perturbazione, denominata Felix, ha spazzato la penisola iberica da ovest ad est in questo secondo fine settimana di marzo, lasciando piogge abbondanti e raffiche di vento da uragano specialmente nel nord.
Il maltempo ha creato situazioni di pericolo in certe zone, con piene di fiumi, piene, ed alberi caduti, che hanno lasciato alcuni feriti. Soltanto la Galizia, la regione più colpita, ha registrato quasi 400 incidenti dovuti al forte maltempo, molti dei quali dovuti al vento fortissimo.
Del resto le raffiche di vento hanno raggiunto oggi valori ragguardevoli, con picchi di 140 km/h registrati nell’Alto Campoo (Cantabria) e 138 km/h presso la zona sciistica di Valdezcaray (La Rioja).
Mareggiate sui litorali del Mar Cantabrico, ma anche su quelle del Mediterraneo, dove già negli scorsi giorni c’erano stati danni per il maltempo, con intere aree costiere erose dalla forza delle onde. In Galizia il vento fortissimo ha causato il curioso fenomeno della schiuma di mare, che ha letteralmente invase le aree costiere.
Raffiche di vento oltre i 140 km/h in Cantabria, Galizia e La Rioja
Nel resto del paese ancora pioggia, neve e forte vento. Nella Castiglia e Leòn diverse località sono in allerta per il livello dei fiumi in piena.
Strage di alberi a Madrid per il maltempo
A Madrid ancora molti alberi caduti per le forti raffiche. Negli ultimi dieci giorni il forte maltempo che ha interessato la capitale ha già portato alla caduta di decine di alberi in città. I pompieri hanno avuto molto da fare per rimuovere gli alberi caduti sulle strade e sui marciapiedi.
Più volte il Comune di Madrid ha deciso di chiudere il Parco del Retiro per evitare situazioni di rischio per la caduta di rami o alberi, dopo quanto accaduto alcuni anni fa, quando una persona era morta nella villa per la caduta di un ramo.
Non solo alberi: a cadere per la furia del vento sono stati anche lampioni e altri arredi urbani.
Ormai è da oltre una settimana che il maltempo martella la penisola iberica: dopo una fase di prolungata siccità, gli invasi artificiali tornano a riempirsi, anche se si trovano ancora su livelli inferiori alla media degli anni passati.
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