
MADRID. Giornata storica in Spagna: il Partito Socialista (PSOE) ha concluso un accordo con Podemos per l’approvazione della manovra finanziaria per il 2019. Una Finanziaria dal forte contenuto sociale che il giornale El Español definisce “la Finanziaria più a sinistra della storia democratica“.
Alcune misure chiave della manovra: aumento del salario minimo dai 736 euro attuali a 900 euro nel 2019, tassa dell’1% sui patrimoni oltre i 10 milioni di euro, aumento dell’IRPEF per i redditi sopra i 130.000 euro, regolamentazione del settore degli affitti, aumento degli investimenti nella ricerca scientifica (un aumento del 6% rispetto al 2017), aumento del numero di giorni di sospensione dal lavoro per paternità, aumento delle pensioni minime, riforma delle leggi che hanno cambiato il mondo del lavoro a partire dal 2012, approvate dal PP. E poi tutta una serie di misure che vanno a beneficiare lo stato sociale e che porteranno ad un considerevole aumento della spesa.
Ora serve l’appoggio dei partiti nazionalisti
Insomma, una Finanziaria con spiccato contenuto sociale, espansiva, che imprime un cambiamento di 180° rispetto alle politiche del Partido Popular portate avanti negli ultimi 7 anni, ma anche rispetto alle politiche dell’ultimo governo Zapatero, fra il 2008 ed il 2011.
L’accordo fra Pedro Sanchez e Pablo Iglesias è stato siglato questa mattina dopo settimane di incontri. Ora servirà l’appoggio dei partiti nazionalisti catalani e baschi perché questa manovra passi in Parlamento, dove troverà l’opposizione del PP e di Ciudadanos. Il governo Sanchez è un governo di minoranza, e i voti di Unidos Podemos (Podemos + Izquierda Unida), non bastano per la maggioranza.
I giornali italiani confrontano la manovra spagnola con quella del governo Conte
Su Repubblica l’articolo “Italia e Spagna, due manovre agli antipodi, ecco perché mercati e osservatori premiano la visione di socialisti e Podemos“. Su il Sole 24 Ore i principali punti della manovra. E qui l’articolo del manifesto.
Lorenzo Pasqualini
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