“L’etichettario”, dizionario di alternative italiane a quasi duemila parole inglesi usate in Italia

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Le parole inglesi entrate a far parte della lingua italiana negli ultimi decenni sono aumentate a dismisura, ben oltre il loro reale bisogno, anzi spesso sono usate per mascherare il significato della parola italiana, come nel caso di jobs act o spoil sistem. Nella stragrande maggioranza dei casi il loro utilizzo è del tutto inutile, dal momento che esistono una o più parole italiane di uso corrente che hanno lo stesso significato e che sono sicuramente più comprensibili dalla totalità della nostra popolazione, che conosce poco le lingue straniere.

“L’etichettario”, di Antonio Zoppetti

Il libro di Antonio Zoppetti “L’etichettario” è un dizionario agile e facile da leggere, divertente e utile, sia per chi è stufo del dilagare degli anglicismi che per chi vuole continuare a usarli con maggiore padronanza. Di 1800 parole inglesi entrate nell’uso della nostra lingua a partire dai mezzi di comunicazione, dal linguaggio della rete, della moda, dell’economia e perfino delle istituzioni, dà i corrispettivi significati italiani. Così possiamo riscoprire che non c’è bisogno di usare la parola austerity se possiamo dire austerità, baby bonus è un contributo per le nascite, welfare è lo stato sociale e le sue politiche per il benessere dei cittadini, ma è meglio mascherarlo con una parola straniera quando di benessere ce n’è molto poco. E così ancora perché utilizzare booking se si può dire prenotazione, gap se va bene divario o distanza, non c’è bisogno di strisciare un badge, basta un tesserino e il primo ministro del governo italiano non c’è ragione di chiamarlo premier!

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Alessandra G.

Nata a Roma nel 1951, è laureata in Biologia ed ha insegnato in scuole secondarie statali fino alla pensione.

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