MADRID. Il governo spagnolo guidato dal socialista Pedro Sanchez ha confermato che il prossimo 21 dicembre il Consiglio dei Ministri si terrà a Barcellona , come già annunciato tempo fa.
Il governo Sanchez aveva promesso, all’inizio del mandato, di fare riunioni di governo fuori da Madrid, una a Siviglia e l’altra a Barcellona, dando un segnale di presenza nelle Comunità Autonome.
Il Consiglio dei Ministri del 21 dicembre a Barcellona cade però nel pieno di un nuovo periodo di tensioni fra governo catalano e governo spagnolo. Il governo Sanchez è appeso al voto dei partiti nazionalisti indipendentisti, che se non voteranno la legge di bilancio (come minacciato), potrebbero causarne la caduta.
Tensione in Catalogna, preoccupazione del governo
Si discute ancora poi delle parole del premier Torra, che ha parlato di “via slovena” all’indipendenza, facendo infuriare molti, anche nel fronte indipendentista visto che la via slovena alla secessione passò anche da un breve conflitto armato. Infine, sono giorni che i CDR (Comitati di Difesa della Repubblica) bloccano alcune autostrade catalane. C’è stata anche tensione fra Governo spagnolo e Generalitat per la gestione dell’ordine pubblico da parte dei Mossos d’Esquadra, la polizia locale, che non ha impedito i picchetti.
I CDR organizzeranno blocchi e manifestazioni il 21 dicembre
Molto probabilmente il 21 dicembre i CDR alzeranno il tiro con dimostrazioni e manifestazioni contro il governo spagnolo. I CDR hanno comunque sottolineato che le loro azioni saranno non violente, come accaduto finora. Il ministro Abalos ha manifestato dubbi su questa riunione a Barcellona e altri esponenti del governo mostrano preoccupazione per possibili problemi di ordine pubblico. C’è preoccupazione infatti perché l’occasione potrebbe essere ghiotta per gruppi più violenti.
A riguardo, proprio ieri sera il presidente Sanchez ha usato toni insolitamente duri, minacciando di inviare agenti di Polizia nazionale in Catalogna per garantire l’ordine pubblico, se la Generalitat catalana non garantirà la sicurezza. Non si tratterebbe di una nuova applicazione dell’articolo 155 che commissariò la Catalogna per mesi, fra il 2017 ed il 2018, ma sarebbe un nuovo episodio di scontro istituzionale molto importante.
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