BARCELLONA. Il 1° Ottobre del 2017 si è svolto il referendum indipendentista in Catalogna, nel quale si chiedeva in maniera netta e decisa di scegliere tra la secessione dalla Spagna, e dunque la creazione della Republica de Catalunya, o se rimanere ancorati allo Stato spagnolo.
La deriva secessionista e la conseguente votazione, giudicate sin dall’inizio illegali da parte dell’allora Governo Rajoy, perché violavano l’indivisibilità della Spagna sancita dall’art. 2 della Costituzione Spagnola, hanno portato con loro non solo un grande dibattito concernente la legittimità o meno del referendum, ma anche una durissima repressione da parte delle autorità di Madrid.
La votazione referendaria era stata dichiarata illegale anche dalla magistratura spagnola e dal Tribunale Supremo Catalano. Non solo: anche i vertici comunitari, e alcuni fra i maggiori Stati membri si schierarono unilateralmente dalla parte di Madrid. Difatti nessuna costituzione tra i grandi Stati europei, ad eccezione di quella del Regno Unito (si veda il caso del referendum indipendentista scozzese del 2014), concede il diritto all’autodeterminazione esterna, più comunemente conosciuta con il termine “secessione”.
UE, OSCE e ONU sono intervenute sui fatti dell’1-O
Se non si hanno dubbi sulla illegalità della votazione, qualcuno lo si ritrova nella condotta della Policia Nacional e la Guardia Civil, le quali si sono rese protagoniste di una soppressione quasi senza precedenti tra le grandi democrazie europee. Ciò che ci si chiede è se le forze dell’ordine spagnole abbiano agito nel rispetto del principio della proporzionalità e delle libertà fondamentali.
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L’UE e l’OSCE sono intervenuti asserendo che le possibili trattative successive alla votazione sarebbero dovute essere portate avanti in un clima di pace e senza l’utilizzo della violenza, con chiaro riferimento ai fatti del 1-O. Anche le Nazioni Unite intervennero sulla questione, chiedendo inizialmente un’indagine indipendente su possibili violazioni dei diritti umani da parte del Governo di Madrid, dichiarandosi inoltre, attraverso i loro portavoce, notevolmente preoccupate per la forte escalation di violenze perpetrate dalle forze di polizia nei confronti della popolazione civile all’interno dei seggi e nelle vie delle città, in particolare a Barcellona.
1 ottobre 2017, le prime pagine dei giornali spagnoli e internazionali il giorno dopo
Amnesty International: uso spropositato della forza
La sezione spagnola di Amnesty International ha constatato, attraverso documenti visivi ed indagini realizzate nei mesi successivi al referendum, come le forze di polizia abbiano fatto un uso spropositato della forza, oltre ad un utilizzo pericoloso ed inadeguato di materiale antisommossa (come i proiettili di gomma), condannando fortemente il Governo centrale riguardo la gestione della più grande crisi spagnola dalla fine del Franchismo ad oggi.
Mattia Marino
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