Sono passati cinque giorni dalla caduta del bambino Julen in un pozzo di oltre cento metri e 25 centimetri di diametro (molto stretto) presso Totalán (Málaga), nel sud della Spagna.
Oltre cento persone partecipano ai lavori di salvataggio per estrarre dal pozzo il bambino di due anni. Da martedì si trovano sul posto anche minatori asturiani, un gruppo esperto in salvataggi in miniera che è stato trasportato sul posto con un aereo militare. Nelle ultime ore è stata scartata l’ipotesi di scavare un tunnel orizzontale per raggiungere il fondo del pozzo, a causa dell’instabilità del terreno.
In fase di escavazione due pozzi paralleli per estrarre Julen
Vengono quindi realizzati due pozzi verticali che vanno in parallelo a quello dove si trova il piccolo Julen. I soccorritori non si fermano da giorni, così come il team di ingegneri e geologi che hanno pianificato l’intervento di escavazione, in un lavoro titanico che viene seguito continuamente dai mass media. Alcuni giornali spagnoli hanno fatto un parallelismo fra la tragedia di questi giorni e l’incidente di Vermicino (vicino Roma) del 1981.
Gli ultimi aggiornamenti
Il 19 gennaio, a ormai sei giorni dalla caduta del bambino nel pozzo, il dispositivo di salvataggio va avanti con l’escavazione di un pozzo parallelo, ma ci sono problemi. E’ stata trovata roccia, e le fasi di escavazione rallentano. Ci vorranno ancora diverse ore per arrivare alla profondità a cui si trova il bambino.
22 gennaio. Viene ultimato il pozzo parallelo, dopo grandi difficoltà dovute al tipo di terreni e rocce trovati nello scavo (piuttosto profondo, fino a 100 metri di profondità). Ora, attraverso una capsula che funzionerà come un ascensore, minatori asturiani scenderanno fino all’altezza a cui dovrebbe trovarsi il bambino, e scavare a mano un tunnel in orizzontale, che comunichi con il pozzo. Sono passati ormai 9 giorni dalla caduta di Julen nel pozzo. L’attenzione mediatica intorno a questo drammatico incidente, in Spagna, è altissima.
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