Alle 10 di questa mattina il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, è comparso davanti alle telecamere dopo il consiglio dei ministri eccezionali ed ha annunciato la decisione dell’esecutivo: le elezioni anticipate si terranno il 28 aprile.
La Spagna, a meno di tre anni dalle ultime elezioni politiche, torna quindi al voto. Non c’era altra scelta: mercoledì 13 febbraio il governo socialista di minoranza, nato il primo giugno del 2018, aveva perso l’appoggio della maggioranza del Parlamento nella votazione della manovra economica. Una grave sconfitta causata dai partiti nazionalisti catalani (gli stessi che fanno parte del fronte indipendentista al governo in Catalogna) e che apre le porte a un nuovo governo.
Prima di annunciare la data delle elezioni anticipate e la proposta di scioglimento delle Camere, Sanchez ha parlato circa 20 minuti elencando le misure del governo approvate in 8 mesi di vita dell’esecutivo, ed ha sottolineato come sia stata bocciata una manovra di alto contenuto sociale dopo 7 anni di governo delle destre.
Le ultime elezioni il 26 giugno del 2016
Le ultime elezioni politiche si erano tenute il 26 giugno del 2016 ed erano state elezioni ripetute dopo oltre 6 mesi di impasse a seguito di quelle del 20 dicembre del 2015: queste ultime infatti avevano prodotto uno scenario frammentato e i partiti politici non erano riusciti a formare governo.
Spagna, reportage da Madrid a due giorni dalle elezioni del 26 giugno 2016
Dalle elezioni del 26 giugno 2016 era uscito uno scenario ugualmente frammentato, ma stavolta – dopo altri mesi di impasse e trattative estenuanti – il PP era riuscito a ottenere la fiducia (grazie all’astensione del PSOE) e aveva formato un debole governo presieduto nuovamente da Mariano Rajoy, presidente uscente. Il governo Rajoy è caduto alla fine di maggio del 2018 dopo le sentenze giudiziarie che hanno messo in evidenza l’enorme rete di corruzione legata al Partido Popular ed i finanziamenti illegali.
Elezioni anticipate il 28 aprile 2019: che dicono i sondaggi?
Che governo sarà è difficile saperlo: se da una parte i sondaggi mostrano chiaramente l’avanzata della destra estrema di Vox, dall’altra parte il PP gode di pessima salute. Anche la sinistra di Unidos Podemos però, non gode di buona salute ed il PSOE non è nei suoi anni migliori. Soltanto una coalizione PP-Ciudadanos-Vox avrebbe qualche chance di governare il paese, con la stessa formazione adottata in Andalusia due mesi fa, una coalizione che si è vista anche nella piazza Colòn di Madrid domenica scorsa.
Il governo Sanchez resterà in funzione fino a pochi giorni prima delle elezioni. Per la Spagna, che dal 2015 vive una fase completamente nuova nella sua storia recente, si apre un nuovo capitolo di incertezza.
Lorenzo Pasqualini
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