Il Messico ha chiesto scuse ufficiali alla Spagna per le atrocità e gli abusi commessi dai conquistadores spagnoli durante la Conquista, iniziata 500 anni fa, contro le popolazioni indigene. La richiesta di scuse ufficiali è stata espressa lunedì 25 marzo dal nuovo presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, attraverso una lettera indirizzata al re di Spagna Felipe VI e a papa Francesco.
Il presidente messicano Obrador ha poi tenuto un discorso nel quale esprime il succo della missiva. Nella lettera, afferma il presidente Lopez Obrador (che è noto anche come AMLO, un acronimo) “si chiedono scuse ai popoli originari per le violenze oggi conosciute come diritti umani: ci furono massacri, imposizioni, e la conquista avvenne con la spada e la croce”.
“La corona spagnola e la Chiesa cattolica dovrebbero fare questo riconoscimento – ha aggiunto Obrador – perché non si è trattato soltanto di un incontro fra culture ma di una invasione, nella quale sono state assassinate migliaia di persone. Venne imposta una cultura, imposta sull’altra, vennero costruiti i templi della chiesa cattolica sopra gli antichi templi pre-ispanici”.
“Esistono ancora ferite aperte”
López Obrador ha aggiunto che questo non “ha il proposito di risuscitare vecchie differenze, ma non mantenerle sotterrate perché esistono ancora ferite aperte ed è meglio riconoscere gli abusi commessi e gli errori fatti”.
Il presidente messicano, il cui nonno materno era originario della Cantabria, è in carica dal dicembre del 2018 ed eletto con i voti del movimento di sinistra Morena. Obrador ha anche annunciato che chiederà scusa nel 2021 per i crimini commessi dal Messico contro le popolazioni indigene dopo la fine della conquista spagnola. Non viene richiesta nessuna compensazione economica.
La richiesta di Obrador arriva a poca distanza dal 500° anniversario dell’arrivo di Hernan Cortés in Messico, e l’inizio della colonizzazione spagnola. Da parte dell’esecutivo messicano risulta strano che in Spagna non ci sia una riflessione su quanto accaduto cinquecento anni fa in Sud America, con la colonizzazione dei territori dove vivevano le civiltà precolombiane e le violenze commesse.
La Spagna “respinge con fermezza”
Il governo spagnolo guidato da Pedro Sanchez ha risposto seccamente a questa richiesta di scuse ufficiali che non è stata per niente gradita. La richiesta è stata respinta “con fermezza”, anche se si sottolinea che la Spagna continuerà a lavorare per un approfondimento delle relazioni di amicizia e cooperazione con il Messico. L’esecutivo ha risposto da Madrid affermando che l’arrivo dei conquistatori spagnoli 500 anni fa, in Messico, “non può essere giudicato alla luce di considerazioni contemporanee”.
Il presidente messicano Obrador: “si chieda scusa”
Lorenzo Pasqualini
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