Quando si parla di elezioni generali in Spagna, ci si riferisce spesso ai partiti più grandi a livello nazionale. Lo abbiamo fatto nel nostro speciale sul voto del 28 aprile, che si può consultare qui. I partiti con maggior rappresentanza a livello nazionale sono stati, nel 2016: il PP, il PSOE, Unidos Podemos (che quest’anno si presenta con un nome al femminile) e Cs (Ciudadanos).
Nel 2019 potrebbe diventarlo anche Vox. Ci sono però altre sigle che formano parte del Parlamento e che sono state spesso indispensabili per la sopravvivenza dei governi negli anni e passati. Parliamo dei partiti “regionali”, che in Spagna vengono definiti “partiti nazionalisti periferici” o semplicemente “partiti nazionalisti”.
L’importanza dei partiti nazionalisti “periferici”
Nell’ultima legislatura hanno avuto una importante rappresentanza: il PNV (Partido Nacionalista Vasco), ERC (Esquerra Republicana de Catalunya), il PSC (Partido de los Socialistas de Cataluña), che appoggia le misure del PSOE nazionale, il PDeCAT (partito indipendentista catalano fondato nel 2016 che ha ereditato precedenti esperienze del nazionalismo catalano).
Le coalizioni regionali
E ancora dobbiamo citare le forze politiche di Unidos Podemos a livello regionale, non sempre del tutto allineate con le posizioni del cartello nazionale: En Comù Podem (l’Unidos Podemos catalano), En Marea (coalizione di sinistra della Galizia).
Ci sono poi i nazionalisti valenziani di Compromis. Infine, anche se con rappresentanza minore, vanno citati anche i piccoli partiti UPN (Unione del Popolo Navarro), EH Bildu (la sinistra basca), Coaliciòn Canaria e Nueva Canaria (Isole Canarie), Foro Asturias.
Spesso un ago della bilancia
Come si può vedere, la presenza dei partiti nazionalisti catalani è preponderante. Anche quella dei baschi è molto importante. I governi nazionali, sia socialisti che popolari, si sono serviti nel corso della storia democratica dell’appoggio degli uni o degli altri per approvare leggi, quando la maggioranza era lontana. Sono quindi un importante ago della bilancia nei rapporti di potere all’interno del Parlamento. Ricordiamo ad esempio l’appoggio del PNV basco alle misure del PP di Rajoy, o l’appoggio dei partiti catalani (diventati negli ultimi anni indipendentisti) al recente governo Sanchez.
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Infine, un cenno al sistema elettorale: la presenza di tanti deputati nel Parlamento spagnolo è dovuto a formule che moltiplicano il peso del voto regionale, proprio per tutelare la rappresentanza regionale nel Congreso de los Diputados. Questo però, se nei primi decenni post-dittatura era un chiaro segno di rottura con il passato franchismo (che aveva represso e cercato di cancellare le diversità regionali della Spagna), sta portando negli ultimi anni a una evidente crisi. La presenza dei partiti indipendentisti catalani nel Parlamento spagnolo ne è un chiaro segno.
Lorenzo Pasqualini
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