Il 28 aprile si terranno in Spagna le elezioni politiche anticipate, per eleggere il nuovo Parlamento e dare un’indicazione su quale potrà essere la nuova maggioranza di governo.
Il governo socialista di Pedro Sanchez, nato nel giugno del 2018, un esecutivo di minoranza, si era visto obbligato a convocare elezioni anticipate dopo che i partiti nazionalisti catalani, inizialmente a suo favore, avevano tolto la fiducia nella votazione sulla legge di bilancio.
La campagna elettorale è iniziata il 12 aprile
La campagna elettorale per le elezioni del 28 aprile è iniziata venerdì scorso, il 12 aprile, e si sta caratterizzando per il livello di scontro piuttosto aspro. Uno dei temi più discussi è quello che tiene maggiormente banco dal 2017: l’indipendentismo in Catalogna.
Si conferma la fine del bipartitismo: 5 forze in campo
Dopo la svolta delle elezioni politiche del 2015, quando la Spagna ha detto addio al bipartitismo con l’alternanza PP-PSOE, in queste elezioni si conferma la frammentazione dello scenario politico spagnolo. Stavolta, oltre ai partiti che si contendevano il maggior numero di voti alle elezioni del 2015 e 2016, c’è un nuovo soggetto che i sondaggi danno in forte crescita: si tratta del partito di estrema destra Vox. Sono quindi 5 le forze politiche nazionali che si contenderanno il maggior numero di voti: PSOE, PP, Unidas Podemos, Ciudadanos e Vox. Ci sono poi i partiti nazionalisti catalani e baschi, che per il sistema elettorale spagnolo ottengono storicamente molti deputati nel Parlamento di Madrid.
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La novità di queste elezioni è la frammentazione del voto a destra, che si dividerà fra PP, Ciudadanos e Vox. A sinistra invece, la situazione resta simile a quella del 2015-2016, con il PSOE e la coalizione Unidos Podemos (che quest’anno si chiama Unidas Podemos, portando nel nome un chiaro segnale femminista) formata dall’alleanza fra Podemos e Izquierda Unida. La novità di queste elezioni è la diminuzione di consensi per il PP e la crescita di Vox.
Cosa dicono i sondaggi?
I sondaggi elettorali riflettono una grandissima incertezza. Alcuni fotografano una crescita del PSOE (che è comunque in tutti i sondaggi primo partito con quasi il 30% dei voti), ed una possibile buona affermazione delle sinistre (PSOE + Unidas Podemos). In certi sondaggi, come quello del CIS di inizio aprile, l’affermazione delle sinistre potrebbe permettere la formazione di un governo. Altri mostrano una maggior avanzata delle destre, che sono comunque penalizzate dalla frammentazione. In tutti i casi resta difficile il raggiungimento di una maggioranza solida.
Indecisi, astensione…i dati da tenere in conto
Il dato più interessante che emerge dai sondaggi è quello degli indecisi. Si parla di circa 40% di indecisi fra gli elettori. Un dato altissimo. Per chi voteranno? Da loro dipenderà l’esito delle elezioni.
C’è poi il dato dell’astensione. In Spagna, guardando i dati del passato, in generale la mobilitazione dell’elettorato porta a un’affermazione delle sinistre, mentre una forte astensione privilegia le destre. Bisognerà vedere quale sarà il livello di astensione. C’è poi il dato del voto occulto per Vox: i sondaggi fotografano una importante avanzata del partito di estrema destra, intorno al 10%, ma gli esperti avvertono che il dato potrebbe avere un forte errore.
Il panorama insomma è molto incerto. Molti sondaggi comunque ipotizzano una difficoltà sostanziale per la formazione di una nuova maggioranza, un fatto che ci riporterebbe al 2015, quando è iniziata questa lunga fase di instabilità politica in Spagna.
Una campagna elettorale dura e aspra
Nel frattempo, la campagna elettorale è iniziata all’insegna dei toni duri e aspri. I tre partiti di destra, che si contendono i voti dell’elettorato conservatore, hanno alzato il tono dello scontro verso il governo socialista, arrivando a etichettare Pedro Sanchez come “traditore” e filo-secessionista, con riferimento alla crisi in Catalogna. L’indipendentismo catalano torna ad essere il tema principale della campagna elettorale e le destre lo usano per attaccare Sanchez, che ha mostrato una maggior apertura (almeno con l’intenzione di abbassare il livello di scontro) con il fronte secessionista.
Il tema dei nazionalismi locali sta portando comunque a situazioni di alta tensione soprattutto nei Paesi Baschi, dove un comizio di Ciudadanos è stato scenario ieri di tensioni, contestazioni e piccoli scontri con la polizia per la presenza di contestatori della sinistra basca che consideravano la presenza di Albert Rivera una provocazione.
Il giorno prima c’erano stati scontri fra polizia basca e manifestanti di sinistra che contestavano dei comizi del partito di estrema destra Vox. Il tema del nazionalismo dei Paesi Baschi, da tempo finito in secondo piano rispetto a quello catalano, torna quindi ad essere un tema importante nel panorama spagnolo, utilizzato anche a fini politici in campagna elettorale con accuse e frasi velenose.
Lorenzo Pasqualini
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