
C’è una notizia inquietante che ha gettato un’ombra sulla campagna elettorale in vista delle elezioni del 28 aprile. Quella della “polizia patriottica” del PP: una vera e propria polizia parallela che, negli anni del primo governo Rajoy (2012-2016), oltre a spiare nella vita privata importanti cariche politiche come il leader di Podemos, Pablo Iglesias, creò documenti per mettere in difficoltà il partito di sinistra.
Un fatto gravissimo perché la brigata di polizia, oltre ad agire in modo parallelo, quindi fuori dai binari costituzionali e fuori dal controllo della magistratura, era direttamente legata al governo Rajoy ed in particolare al Ministero degli Interni.
In un paese dove gli scandali di corruzione degli ultimi anni hanno fatto parlare di Tangentopoli spagnola, portando alla mozione di censura del giugno 2018 ed alla caduta del governo Rajoy, le notizie sulla “polizia patriottica” e sullo spionaggio segreto a Pablo Iglesias sono state un’ulteriore conferma di come siano esistite in questi anni di governi a guida PP inquietanti zone d’ombra. La polizia parallela investigava segretamente anche esponenti del PP stesso, come il tesoriere Barcenas, ma erano i rivali del PP i principali obiettivi. La fabbrica di rapporti falsi su Podemos serviva a creare una cortina di fumo e diffondere l’idea del “sono tutti uguali” nell’elettorato.
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