
MADRID. Camminando per le vie del centro, la mattina di venerdì 26 aprile del 2019, i segnali delle elezioni politiche imminenti non sono molti, a meno che non si sappiano leggere. I turisti sono impegnati a fotografare i monumenti della città, il traffico scorre come ogni mattina nelle ampie strade del centro o nei vicoli degli antichi quartieri.
Sui muri gli unici manifesti di carta sono quelli dei compro oro o dei concerti del fine settimana, mentre i maxi-annunci pubblicitari sulle impalcature degli edifici in ristrutturazione, come nel caso del grande edificio España, sono occupati dalla pubblicità di smartphone di ultima generazione. Anche nella Gran Via i grandi annunci pubblicitari guardano altrove: alla moda, o all’ultima stagione della serie tv più famosa.
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Pochi manifesti elettorali per le vie di Madrid
La presenza degli annunci politici è discreta rispetto agli scorsi anni, molto discreta se comparata alle campagna elettorali a cui siamo abituati in Italia. Qui, almeno a Madrid, non vengono installati i pannelli metallici provvisori, e sui muri non si vedono i “cuscini” di manifesti con candidati sorridenti che invitano a mettere una croce sul proprio nome. Del resto, negli ultimi anni la campagna si è combattuta sempre più su Internet. In particolare sui social network. Quest’anno anche di più, un anno in cui i toni si sono alzati ed in cui i social hanno veicolato gran parte delle informazioni legate alla campagna. I manifesti elettorali comunque, ci sono ancora, anche se discreti.

Negli ampi viali alberati del centro di Madrid, così come nei viali dei quartieri eleganti della zona nord, o nei quartieri del sud, il formato scelto dai partiti più grandi è quello dei manifesti plastificati appesi ai lampioni.
Percorrendo calle Serrano, la strada commerciale e “chic” di Madrid, decine di questi manifesti invitano a votare il PP. La faccia di Pablo Casado, il nuovo leader che ha spostato a destra il partito dopo le dimissioni di Rajoy,è accompagnata dallo slogan “valor seguro” (valore sicuro). È l’invito rivolto allo storico votante del PP di affidare ancora una volta, come negli ultimi 30 anni, il suo voto al vecchio partito conservatore, nonostante la valanga di scandali di corruzione. Siamo vicini alla sede del PP, in calle Genova, ed anche qui l’enorme faccia di Casado ci invita a votare per il partito conservatore.
Da calle Genova fino a calle Ferraz, le vie delle sedi di partito

Basta svoltare un angolo, o cambiare zona, perché i manifesti appesi ai lampioni cambino colore. Sono rossi quelli del PSOE, lo storico partito socialista spagnolo: in questi è il leader Pedro Sanchez ad invitare al voto, con lo slogan “estamos muy cerca” e il doppio senso di “haz que pase”.
Di questi manifesti ne vedo tanti lungo la elegante calle Princesa, e nella parallela calle Ferraz, dove si trova la sede del Psoe. Ma anche nel viale che porta alla antica Puerta de Alcalà. Ovviamente grandi manifesti che invitano al voto socialista anche sulla facciata della storica sede del partito, che si trova nel cuore del quartiere di Arguelles.
Non così diffusi ma comunque presenti, sono i manifesti della sinistra di Unidas Podemos. Con la faccia sorridente di Alberto Garzón, leader di Izquierda Unida, invitano a votare per il cartello della sinistra spagnola nato nel 2016 dalla unione (ma non è una fusione) fra Podemos ed Izquierda Unida. Ne abbiamo parlato qui quando nacque, così come del nuovo nome al femminile, che appoggia così le battaglie femministe).
Segui lo speciale del Itagnol sulle elezioni del 28 aprile 2019
Ci sono poi anche i manifesti arancioni di Ciudadanos (Cs), con la faccia di Albert Rivera, ma se ne vedono di meno. Del resto, il finanziamento ai partiti è legato al numero di voti ottenuti, e Ciudadanos era ancora un partito di piccole dimensioni nel 2016. Il partito arancione cerca di convincere gli indecisi puntando tutto sul voto indeciso a destra, visto che negli ultimi anni questa formazione ha virato nettamente a destra abbracciando in pieno la bandiera del nazionalismo spagnolo.
Comunque, nelle vie del centro di Madrid i manifesti più diffusi sui lampioni sono quelli del PP e del PSOE. Per decenni si sono alternati al potere, ma dal 2015 devono fare i conti con l’ingresso di Parlamento con nuove forze che hanno complicato il quadro politico.
Quali sono stati i presidenti di governo di Spagna dal 1977 ad oggi?
La domanda, passando questa mattina davanti al Congresso, situato a due passi da Puerta del Sol e dal museo del Prado, è chi entrerà lì dopo le elezioni del 28 aprile. Quella che inizierà dopo le elezioni sarà la XIII legislatura ed è incognita su quali saranno i volti che sederanno sugli scanni del Parlamento.

Nelle edicole i giornali sono impilati come sempre l’uno all’altro, ed il passante può fermarsi a leggere i titoli. Parlano tutti delle ultime ore di campagna, che si chiuderà oggi con i grandi comizi finali. Molti si terranno proprio a Madrid.
Oggi a Madrid e Valencia i comizi di fine campagna elettorale
Nella capitale si terrà quello di Unidas Podemos, in un parco lungo il fiume Manzanarre. Forse non sarà il comizio carico di speranza del 24 giugno 2016, quando la sinistra spagnola era a un passo da un risultato storico (eravamo lì, e questo è il video di quel comizio) ma comunque la sinistra potrebbe fare meglio di quanto dicono i sondaggi, specie se ci sarà mobilitazione in un quadro in cui le destre avanzano. Sanchez e Rivera hanno scelto invece Valencia, dove domenica si voterà anche per la Comunità Autonoma. Il PP invece chiuderà a Madrid con un comizio al chiuso, nel Palacio de los Deportes.
Vox in plaza Colón cerca l’ultima spinta dalla piazza
Voz invece, la novità delle elezioni del 28 aprile 2019, il partito di estrema destra che nessuno sa quanto otterrà, e che i sondaggi danno in una forbice fra il 7 ed il 16%, farà la sua prova di forza in Plaza Colòn a Madrid. La stessa piazza delle manifestazioni “unioniste” del 2017-2018, nel pieno della crisi catalana, e la stessa della manifestazione di febbraio in cui la destra spagnola si è unita (PP-Ciudadanos e Vox) per manifestare contro il governo socialista di Pedro Sanchez.
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Le foto dalle strade di Madrid
foto: L. Pasqualini
Lorenzo Pasqualini
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