Fabio Strinati, poeta e musicista, ha debuttato come poeta nel 2014 con il libro “Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo”. Ha pubblicato anche poemetti e aforismi. Sue poesie sono state tradotte in romeno, in bosniaco, in croato, in spagnolo, in albanese, in francese e in inglese. Mentre in lingua catalana è stato tradotto dal poeta Carles Duarte i Montserrat. Lo abbiamo intervistato.
Fabio Strinati, poeta con molte pubblicazioni alle spalle, ultimamente le tue poesie sono state tradotte in catalano da Carles Duarte i Montserrat, noto poeta. Come è nata questa prestigiosa collaborazione?
Carles è un poeta di grandissimo spessore e come persona è ancora meglio. Molto disponibile, educato, gentile; un grandissimo intellettuale. Ho letto alcuni suoi libri come Els immortals, El centri del temps, Maríntim e così, ho deciso di dedicargli un mio breve componimento poetico che poi Carles ha tradotto in lingua catalana. Sono poesie vere e sincere. Tutto è nato in maniera naturale e spontanea.
Parliamo un attimo delle tue poesie.
Sono attratto dal tempo che passa. Mi piace ficcare il naso tra passato, presente e futuro. Il trascorrere del tempo mi porta ad osservare con curiosità, la distinzione che intercorre tra il giorno e la notte. Sono estasiato dalla trasformazione”. Dal “prima” e dal “dopo”. Ecco, credo che le mie poesie parlino spesso di queste tematiche.
Le tue poesie sono state tradotte sia in spagnolo che in catalano. Che seguito hanno avuto
queste traduzioni nelle lingue più parlate in Spagna?
Sono traduzioni molto recenti, progetti ancora freschi di vernice e di conseguenza, ancora non hanno sviluppato un percorso proprio. Ad esempio, è uscito nel mese di giugno il mio libro bilingue italiano/spagnolo dal titolo Concertino per melograno solista/Concertino de granado solista. Pubblicato con Apollo Edizioni e tradotto dalla poetessa Ana Caliyuri. Sono molto soddisfatto di questo progetto e sento che percorrerà moltissima strada.
Le tue poesie sono state tradotte in altre lingue molto diffuse come il francese e l’inglese, ma anche in lingue meno note, parlate nel bacino del Mediterraneo, come l’albanese, il bosniaco, il croato ed il turco. Qual è il tuo rapporto con le altre culture?
Sono sempre stato attratto dalle altre culture: luoghi, tradizioni, usi e costumi… tutto questo per me è apertura, sotto ogni punto di vista. Non sono, né un tipo che alza muri né tanto meno una persona che si limita a gettare lo sguardo sul proprio giardino di casa. Mi piace guardare oltre, in lontananza. Ma soprattutto, mi piace parlare poco e ascoltare tanto.
Qual è l’ultima opera pubblicata?
L’ultima opera s’intitola Lungo la strada un cammino, pubblicata con Transeuropa Edizioni. Un breve diario di bordo, una mappa portatile che tocca luoghi a me molto cari ed importanti.
Quali sono i prossimi progetti?
I progetti sono tanti e per fortuna, posso gestirli senza fretta né pressioni varie. Nuovi libri stanno sbocciando ma per il momento, mi limito ad innaffiare i semi che ho curato con attenzione e devozione maniacale. Il prossimo libro s’intitolerà Discernimento atrabile, e sarà pubblicato con Macobar Editore.
Che rapporto hai con la Spagna?
Un rapporto vero, sano, genuino e profondo. Credo che la Spagna sia un luogo ancora tutto da scoprire. Adoro la musica, il flamenco, la chitarra classica. Ma anche la música folclórica de España, così come il fandango e la jota.
Lorenzo Pasqualini
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