Si parla spesso di crisi, di tagli e di rincari. A livello nazionale sicuramente l’economia ha subito molti cambiamenti negli ultimi 40 anni dal boom economico fino alla crisi preponderante di qualche anno fa. Ma, il singolo cittadino, in cosa investe il proprio denaro? Quali sono le spese che incidono maggiormente nella vita di tutti i giorni?
Secondo un’analisi condotta dal Sole 24 Ore sulla base di dati Istat, tra il 2014 e il 2018, gli italiano preferiscono spendere per andare a mangiare fuori al ristorante o per concedersi qualche giorno di vacanza. Meno spese invece per quanto riguarda il settore culturale come cinema, musei o teatri. Pare infatti che soprattutto nell’ultimo decennio la spesa relativa alla cultura stia sempre più diminuendo; per questo momento sono nate delle iniziative volte ad incentivare le famiglie italiane a popolare i monumenti, le galleria, i musei e i teatri del nostro Paese.
I ristoranti o i fast food sono dunque uno dei vizi a cui l’italiano non riesce a rinunciare nonostante il periodo di crisi. Nascono continuamente nuove attività di ristorazione che variano dai pub, ai ristoranti sino ai locali di fast food. Oltre ciò gli acquisti alimentari o per la casa, la fanno da padrona. Cibo, detersivi, beni di prima necessità sono tra gli acquisti di cui la famiglia italiana di certo non si priva. Oltretutto un terzo della spesa mensile concerne l’abitazione in tutte le sue sfumature di costi: affitto o rata di mutuo, bolletta della luce, del gas e dell’acqua, mensilità per la linea internet o pagamento mensile di grandi elettrodomestici acquistati a rate. Un’impennata ha subito anche tutta la serie di servizi di manutenzione dei sistemi di riscaldamento, di allarme, di videosorveglianza e della raccolta dei rifiuti.
Particolarmente pressanti sono anche le spese medie per l’istruzione a cui sempre più ragazzi accedono dopo avere terminato le scuole secondarie. Le spese in questo ambito si identificano soprattutto con tasse universitarie, acquisto di libri etc. Il costo ingente non riguarda più solo l’università privata ma anche il mantenimento dei ragazzi all’interno di una università statale. Nonostante la divisione in fasce in base al reddito e all’ISEE, le tasse universitarie pesano ancora particolarmente sulla maggior parte delle famiglie italiane con figli all’interno del sistema universitario.
Leggermente inferiore, ma non assenti, le spese per la cura della persona come il parrucchiere, l’estetista e i trattamenti di bellezza nei centri benessere. In calo, invece, soprattutto nello scorso anno, le spese per l’abbigliamento sportivo e non, le calzature o gli articoli tessili per la casa. Piccolo aumento invece per l’acquisto di accessori e articoli sportivi.
Infine l’italiano non rinuncia all’utilizzo dell’automobile. Non solo la manutenzione del veicolo ma anche il costo del pieno di benzina incidono profondamente sulla spesa mensile della famiglia italiana. Nei trasporti pare si spendano quasi 300 euro al mese. Nonostante in svariate zone d’Italia si sia registrato un input nella realizzazione di linee di trasporto pubblico come metropolitane, tram, autobus etc, l’italiano non riesce a rinunciare all’utilizzo dell’automobile. Non è raro trovare più di un’auto in una famiglia di sole 4 persone. Incide dunque particolarmente il costo di gestione di un’automobile: il bollo, la revisione, l’assicurazione, eventuali multe, la manutenzione (olio, cambio pastiglie freni, cambio pneumatici) e le spese di utilizzo come appunto il carburante (i cui prezzi sono pubblicati dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico e vengono aggiornati giornalmente).
In conclusione si potrebbe dire che la crisi ha permesso di registrare un calo nelle spese dei cittadini italiani, che però non rinunciano ai beni alimentari, sia in casa che fuori casa, e alle spese per gli spostamenti, sia che si tratti della propria automobile sia che si tratti di una gita fuori porta o di un viaggio più impegnativo. Rinunciano invece, e purtroppo, all’ambito culturale, all’accesso ai musei o al cinema (forse anche confortati dalla presenza di tutta una serie di applicazioni come Netflix o Amazon Prime Video attraverso cui potersi aggiornare comodamente da casa su tutti i film o le serie tv di ultima uscita). Diminuisce purtroppo anche l’acquisto di libri e riviste cartacee. Insomma la cultura esce sconfitta da questo computo delle spese ed è questa, una realtà, spiacevole ma evidente che si spesa cambi quanto prima possibile.
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