
MADRID. Si è svolto ieri sera presso il palazzo dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, a Madrid, l’incontro-dibattito dedicato alla mobilità italiana nel paese. Il Vicedirettore del “Mulino” Bruno Simili e il Ricercatore Steven Forti hanno presentato il libro “Viaggio tra gli italiani all’estero – Racconto di un paese altrove”, nel quale vengono raccolti anche dati dettagliati sull’emigrazione e la mobilità italiana in Spagna. Dopo la presentazione ed il benvenuto dell’Ambasciatore Stefano Sannino, sono intervenuti il Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo ed il Direttore Generale della Farnesina per gli italiani all’estero Luigi Vignali.
I dati sulla presenza italiana all’estero
Bruno Simili, vicedirettore della casa editrice “Il Mulino”, ha illustrato i dati relativi all’emigrazione italiana all’estero, sottolineando come dal 2010 in poi sia cresciuta in modo sensibile. Il 54% delle persone emigrate lo ha fatto partendo dal nord Italia, ed il 37% ha una età compresa fra 18 e 34 anni. Una percentuale del 30% ha un titolo di laurea. Simili ricorda che non si parla solo di emigrazione ma anche di mobilità, perché non tutti i movimenti sono definitivi.
Il fatto che la maggior parte delle partenze avvenga dall’Italia, va letta anche in un quadro di emigrazione interna, con molte persone che si muovono inizialmente dalle regioni meridionali a quelle settentrionali, per poi partire alla volta dell’estero. La prima regione di partenza è la Lombardia, seguita a distanza da Emilia Romagna, Veneto e Sicilia. Le città da cui si emigra di più, in ordine, sono Milano, Roma, Genova, Torino e Napoli.
Brexit, cala la presenza italiana nel Regno Unito
La Germania è attualmente il principale paese di accoglienza, mentre cala la presenza italiana nel Regno Unito per la Brexit. La presenza italiana in quel paese resta comunque alta rispetto ad altre nazioni, compresa la Spagna.
Italiani in Spagna: i dati dell’AIRE
Steven Forti, ricercatore e autore del capitolo sugli italiani in Spagna del libro “Viaggio tra gli italiani all’estero”, ha presentato i dati della presenza italiana in Spagna. Un fenomeno molto recente che stupisce per le dimensioni. Secondo i dati AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) nel 2017 gli italiani in Spagna erano 180.000, mentre nel 2019 erano già 213.000. Di questi ben 114.000 a Madrid e 99.000 a Barcellona.
Oltre 300.000 italiani con il NIE in Spagna
Se si analizzano però i dati del Ministero del Lavoro spagnolo, le persone che hanno ottenuto il NIE in Spagna (un numero di identificazione per stranieri che si ottiene lavorando nel paese), sono 316.000 nel 2019. Secondo lo stato spagnolo quindi, risultano circa centomila italiani in più rispetto ai numeri dell’AIRE. Sono cifre soggette ad errori (persone che non si cancellano dall’Aire, o che pur avendo ottenuto il NIE si sono poi trasferite), ma che riflettono comunque un forte incremento della presenza di italiani in Spagna.
Nel 1996 gli italiani erano 21.000
Colpisce la differenza rispetto al passato: nel 1996, secondo quanto ha riportato Steven Forti nella sua presentazione, gli italiani con NIE erano 21.000. Nel 2001 erano 36.000 e nel 2006 si sfioravano le centomila unità, con 98.500 iscritti. Nel 2017 i numeri erano più che raddoppiati, con 275.000 italiani residenti nel paese. Neanche la crisi scoppiata nel 2007-2008 ha invertito questa tendenza all’aumento, e gli italiani sono stati l’unica comunità straniera ad aumentare durante la crisi, insieme ai cinesi.
Con i numeri del 2019 (316.000 persone), la comunità italiana diventa la quarta più numerosa in Spagna dietro quelle rumena, marocchina e britannica. Ma i residenti del Regno Unito sono 346.000, e se la tendenza all’aumento continua, gli italiani potrebbero presto diventare la terza comunità più numerosa.
Rispetto al totale degli stranieri in Spagna (circa 3 milioni di persone con NIE, di cui circa 2 milioni sono dell’Unione Europea), gli italiani sono una parte importante. Il 10% della presenza comunitaria nel paese.
La comunità italiana in Spagna: età media 40 anni
La differenza rispetto ad esempio alla comunità britannica, ma anche rispetto a quella francese o portoghese, è l’età media: gli italiani in Spagna sono più giovani, con una media di 39,7 anni. I britannici hanno invece una media di 53 anni.
La comunità italiana è ben articolata e ben integrata, concentrata in alcune aree specifiche: Barcellona e Catalogna, Madrid, Canarie, Baleari, Andalusia e la regione di Valencia. Barcellona risulta essere la provincia spagnola con più NIE di italiani (circa il 25% del totale), seguita da Madrid (15%), e santa Cruz de Tenerife alle Canarie (10%).
Alle Canarie, italiani prima comunità
Alle Canarie gli italiani sono la prima comunità, staccando di molti punti le altre comunità straniere. Sono la seconda comunità più numerosa nella Comunità Autonoma della Catalogna e la terza nelle Comunità Autonome dei Paesi Baschi e della Galizia, per fare un esempio.
Si è svolto questa sera in Ambasciata l’incontro-dibattito dedicato alla mobilità italiana in #Spagna. Tra i partecipanti il Sottosegretario agli Esteri @RicardoMerlo5, il Direttore Generale per gli italiani all’Estero @LuigiVignali e i relatori @bruno_simili e @StevenForti. 🇮🇹🇪🇸 pic.twitter.com/LlJp3PMkXw
— Italy in Spain (@ItalyinSPA) January 29, 2020
Italiani provenienti dall’America latina
Un dato importante è anche la presenza di italiani nati in paesi dell’America latina, come Argentina, Venezuela e Brasile. Risulta difficile ottenere un dato numerico su questi italiani, ma secondo alcune stime indicate da Steven Forti nella presentazione, nel municipio di Barcellona potrebbero essere circa 16.000, su un totale di 36.000 italiani iscritti all’anagrafe comunale.
Italiani di seconda generazione in Spagna
Altro dato importante che inizia ad essere evidente, e che è stato sottolineato nell’incontro del 29 gennaio, è la presenza fra gli italiani in Spagna di figli di coppie italo-spagnole. Questa presenza è in crescita e contribuisce all’incremento del numero degli italiani nel paese. Il numero di minori italiani in Spagna, e di persone con meno di 6 anni, cresce.
Dopo la presentazione si è svolto un vivace dibattito nel quale la comunità italiana ha preso la parola, quasi sempre esprimendosi in spagnolo.
Lorenzo Pasqualini
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