L’attore Willy Toledo non ha offeso sentimenti religiosi e quindi è stato assolto dai magistrati spagnoli nel processo su alcune sue frasi pubblicate su Facebbok. Rischiava una multa salata per aver scritto su Facebook due post nei quali erano contenute bestemmie. La Asociación de Abogados Cristianos lo aveva denunciato per offese ai sentimenti religiosi ma il giudice, nonostante abbia riconosciuto “mancanza di educazione, cattivo gusto e linguaggio scurrile dell’imputato”, ha affermato che non è reato. La causa giudiziaria andava avanti dal 2017.
I post su Facebook: il contesto
Willy Toledo aveva scritto le bestemmie in due post su Facebook in cui appoggiava tre donne del movimento femminista finite in giudizio per aver realizzato, nelle vie di Siviglia, una processione “della figa insubordinata”, nella quale veniva portata in processione una grossa riproduzione in plastica dell’organo genitale femminile. La processione era avvenuta il 1°maggio del 2014.
Il post dell’attore, fra le altre cose, scriveva: “Yo me cago en Dios, y me sobra mierda para cagarme en el dogma de la santidad y virginidad de la Virgen María”. Durante il processo l’attore Willy Toledo ha affermato che quelle parole vennero scritte “in difesa della libertà di espressione delle mie compagne”. Il magistrato Agudo ha appoggiato questa tesi, affermando che “è evidente che la finalità di questo testo non era l’offesa ai sentimenti religiosi, ma la difesa dell’azione delle sue compagne”.
Il secondo post incriminato era stato scritto, sempre su Facebook, in occasione della Festa del 12 Ottobre, festività storicamente criticata soprattutto dalla sinistra spagnola: “Me cago en el descubrimiento. Me cago en los conquistadores codiciosos y asesinos. Me cago en la Virgen del Pilar y me cago en todo lo que se menea. Nada que celebrar. Mucho que defecar. Boas noites”, aveva scritto l’attore.
Anche in questo caso l’attore ha difeso la sua libertà di espressione: “non volevo offendere nessuno, né i cattolici, né i musulmani, né i seguaci della setta del mostro dello spaghetto volante”.
Il caso di Willy Toledo ha fatto riemergere in Spagna l’acceso dibattito sulla libertà d’espressione.
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