Coronavirus, perché tanti casi in Italia e meno in Spagna? C’entra il numero di test fatti

MADRID. Ormai lo ripetono gli esperti in Spagna: più test vengono effettuati, più casi vengono rilevati. Era quanto spiegavano gli esperti italiani a fine febbraio, quando l’esplosione della crisi coronavirus nel nord Italia fece chiedere a molti: “perché così tanti casi qui, e non nel resto d’Europa?”. Era infatti curioso che il terzo paese con più contagi al mondo dopo Cina e Corea del Sud fosse l’Italia. Gli esperti ripetevano quei giorni: “dipende dal numero di test fatti”.

L’Italia: molti più test su coronavirus della Spagna

L”Italia, forse anche sulla spinta di un grande allarme sociale (sapremo un giorno se motivato o no), ha fin da subito effettuato migliaia di test per rilevare casi di coronavirus su pazienti malati. La cifra al 6 marzo è di circa 30.000 test fatti, a inizio marzo era di 23.000. In altri paesi d’Europa il numero è molto minore e, soprattutto, è cresciuto solo negli ultimi giorni. A fine febbraio in Italia si contavano 1000 test fatti, in Francia solo 100.

La Spagna scopre che il coronavirus circolava nel paese da settimane

In certi casi i numeri non venivano resi noti. In Spagna, ad esempio, in un primo momento sono stati resi noti i numeri di test effettuati a livello regionale. A Madrid fino a pochi giorni fa erano stati effettuati solo poco più di 100 di test. Il 6 marzo un dato diffuso dal Governo parla di 10.000 test fatti in Spagna, che sono comunque tre volte meno di quelli effettuati in Italia.

La Spagna aumenta il numero di test: “se  non abbiamo molti casi è perché non li abbiamo cercati”

I test in Spagna venivano effettuati in maniera davvero eccezionale prima del 27 febbraio, solo su persone colpite da polmonite grave e che avessero viaggiato nelle zone considerate a rischio, come il nord Italia. Da quel giorno il test viene fatto anche su altri malati di polmonite, ma il numero di prove effettuate è comunque molto inferiore a quelle italiane.

L’articolo di El Paìs: “la magnitudo dell’epidemia continua ad essere non nota

Si capisce che questo riduce di molto la finestra, e rende noti molti meno casi di quelli che probabilmente ci sono nel paese. Un fatto che sta emergendo proprio in queste ore, con tre anziani deceduti: erano positivi al coronavirus, ma si è scoperto solo dopo la morte.

“Più test, più casi rilevati, ed alimenta la paura verso un paese concreto”

Proprio su questo eldiario.es ha scritto un articolo nel quale si afferma che “rilevare più casi, con più test, aiuta a conoscere meglio l’epidemia, ma ha il rischio di alimentare paura e comportamenti pregiudiziali verso un paese”. Ed è esattamente quanto accaduto all’Italia, vista in queste ultime settimane como fuoco del contagio europeo e spagnolo, mentre giorno dopo giorno emerge che il virus circolava già in Spagna, Francia e Germania da prima.

Il giornale sottolinea anche che i sintomi del virus si “camuffano” spesso con altre malattie, e quindi è probabile che il numero di contagi reale sia ben diverso. Solo chi effettua molte prove ne rileva di più. Chi ne fa meno, scopre solo la punta dell’iceberg.

L’articolo di eldiario.es

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Lorenzo Pasqualini

Madrid a El Itagnol
Giornalista italiano a Madrid, caporedattore di Meteored Italia e autore-fondatore del sito di informazione "El Itagnol - Notizie dalla Spagna e dall'Italia".