A fine febbraio e inizio marzo la Spagna guardava alla situazione in Italia con preoccupazione e dispiacere, ma ancora era diffusa l’idea (peraltro estesa in tutta Europa) che l’Italia stesse esagerando nelle misure restrittive o che fosse una situazione isolata. Lo scrive anche un giornale spagnolo, in un articolo: “vivíamos felices con la idea de que quizás Italia estaba exagerando”. A breve, sia la Spagna e che l’Europa si sarebbero accorte che non aveva esagerato affatto.
Il 13 marzo, con un certo ritardo, anche la Spagna ha preso atto della gravità della situazione ed ha messo in campo misure molto simili a quelle italiane, per certi versi anche più rigide (ad esempio sulla limitazione alla possibilità di correre vicino casa, proibito nel paese iberico). Da giorni gli italiani che vivono nel paese avvertivano i loro concittadini spagnoli sul serio pericolo in arrivo, allibiti per la mancanza di misure a livello governativo e per lo scetticismo di molti spagnoli.
Poi la Spagna è passata dal guardare all’Italia con dispiacere al guardare al paese “transalpino” (così viene chiamata a volte l’Italia in Spagna), come si guarda a una situazione futura. “Nei prossimi giorni, Madrid sarà come Milano” era la sensazione, e si guardava in Spagna con molta apprensione le immagini in arrivo da Bergamo, con i camion militari incolonnati per trasportare fuori dalla città le bare delle vittime.
Era evidente che il numero di contagi e morti in Spagna si assomigliava a quello dell’Italia una settimana prima. Poi le differenze sono andate assottigliandosi, fino a che la Spagna non ha superato l’Italia per numero di positivi (ma sappiamo che questi numeri vanno presi con cautela perché legato anche al numero di test ed altri fattori) mentre il numero di vittime è molto simile. I due paesi sono oggi quelli con più morti per COVID-19 al mondo.
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Da qualche giorno sappiamo che la curva dei nuovi casi e dei morti ogni 24 ore sta diminuendo, sia in Italia che in Spagna, e si parla quindi di un vicino raggiungimento del “picco”. In Italia in realtà si parla da giorni di raggiungimento del “plateau”, il punto in cui la curva dei contagi si appiattisce. Oltre questo punto, la situazione dovrebbe iniziare a migliorare. La Spagna non ha ancora raggiunto il picco, ma si nota un rallentamento nei nuovi casi. Ecco quindi che la Spagna, che in tutta questa situazione di emergenza si è trovata sempre “qualche giorno di ritardo” rispetto al paese vicino, guarda all’Italia, dove il trend di miglioramento si sta consolidando, con una certa speranza.
Lorenzo Pasqualini
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