MADRID. La Spagna riapre parzialmente dopo due settimane di blocco totale delle attività economiche non essenziali, fra le critiche di alcune Comunità Autonome, forze politiche e autorità sanitarie preoccupate che sia troppo presto. Da oggi, lunedì 13 aprile (in Spagna il giorno di Pasquetta non è festa in tutto il paese ma solo in alcune Comunità Autonome), ritornano al lavoro i lavoratori della piccola e media industria e dell’edilizia, che erano fermi da fine marzo.
La Spagna aveva bloccato le attività non essenziali dal 20 marzo
Restano a casa i lavoratori che possono lavorare a distanza, e restano chiuse scuole, università, teatri, bar e ristoranti. Si torna in sostanza alla situazione precedente al 31 marzo, quando la Spagna decise (una settimana dopo dell’Italia) di bloccare le attività economiche non essenziali. Il governo, che negli ultimi giorni aveva diffuso ottimismo nella lettura dei dati (che indicano un rallentamento nella crescita dei contagi e decessi giornalieri), ha dovuto comunque raffreddare le speranze di una vicina fine del confinamento per il resto del paese. Lo stato di allarme durerà almeno fino al 26 aprile, ma è quasi certo che verrà allungato ulteriormente.
I sindacati: “riaprite solo le imprese che garantiscono misure di sicurezza”
I sindacati chiedono di riaprire solo se vengono garantite misure di sicurezza ed igiene per i lavoratori. CCOO e UGT, i due sindacati maggioritari in Spagna, chiedono che si torni al lavoro solo se vengono garantite condizioni pienamente sicure e igieniche sia sul luogo di lavoro che nel tragitto da casa al luogo di lavoro, sui mezzi pubblici. E’ un appello che va alle imprese, affinché non vengano riaperte le attività se non è garantita la sicurezza dei lavoratori in in quadro di emergenza sanitaria ancora in corso.
Distribuzione di 10 milioni di mascherine su bus e metro
La riapertura parziale delle attività “non essenziali” avviene oggi fra misure di sicurezza e igiene eccezionali. Il governo ha annunciato qualche giorno fa la distribuzione sui mezzi pubblici di 10 milioni di mascherine per i lavoratori che da oggi tornano al lavoro. Ma in città come Madrid arriva la denuncia: “mascherine distribuite soltanto in alcune stazioni della metro”.
Si stima che almeno 1 milione di persone torna al lavoro fra lunedì 13 e martedì 14. Il giorno di Pasquetta è festivo in numerose regioni, come Catalogna, Baleari, Paesi Baschi, Comunità Valenciana, Navarra e Castiglia-La Mancia, quindi il ritorno avverrà in modo più generalizzato domani 14 aprile.
Non è la fine del confinamento in Spagna
Quello di oggi non è la fine del lockdown, che in Spagna è iniziato il 15 marzo scorso. E’ la fine dello stop alle attività non essenziali, che era stato deciso il 29 marzo scorso, una settimana dopo l’Italia, ed entrato in vigore il 31 marzo. Mentre però in Italia lo stop continua, nonostante la richiesta della Confindustria di una ripresa delle attività per evitare danni irreparabili all’economia, la Spagna ha deciso di riprendere subito dopo le festività pasquali.
Le critiche: “è troppo presto”
Il ritorno al lavoro di centinaia di migliaia di persone viene visto come un errore da alcune amministrazioni, come il governo della Catalogna, molto critico del resto con il governo centrale fin dall’inizio della crisi COVID-19. Anche alcune autorità sanitarie vedono con preoccupazione un ritorno al lavoro così presto, dopo solo due settimane di stop alle attività non essenziali. Preoccupazione anche fra i lavoratori.
E’ vero che la curva dei contagi si è stabilizzata in Spagna, ma le cifre restano davvero drammatiche. La preoccupazione è che possa esserci un nuovo aumento di contagi. Ci sono però anche posizioni favorevoli a una ripresa parziale delle attività lavorative. Come in Italia, la preoccupazione della Patronal (la Confindustria spagnola) è che un blocco troppo prolungato possa avere conseguenze troppo pesanti sull’economia.
In Italia apriranno librerie e cartolerie
In Italia invece, ancora non si parla di una riapertura delle attività non essenziali. L’ultima decisione del governo Conte è stata di riaprire librerie, cartolerie, vestiti per bambini e silvicoltura. Ma le regioni Lombardia e Piemonte hanno deciso di bloccare questa riapertura, e lì queste attività resteranno chiuse.
Il bilancio COVID-19 al 12 aprile 2020
I giorni di Pasqua si sono conclusi con un bilancio di 16.972 morti dall’inizio della pandemia e con 166.019 casi positivi.
Lorenzo Pasqualini
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