MADRID. Si chiude oggi un mese di aprile terribile per la Spagna, duramente colpita dall’epidemia di covid-19, con 24.543 morti e una economia fortemente colpita dal prolungato lockdown. Il mese si conclude però con dati molto migliori rispetto a quelli di inizio mese sul fronte dei contagi e delle vittime.
Il 2 aprile, lo ricordiamo, il paese viveva giornate di angoscia con un picco di morti in 24 ore che arrivo al tremendo numero di 950, una strage senza fine nelle case di riposo e tanti ospedali al bordo del collasso per i troppi ricoveri. Oggi, 30 aprile, la situazione è migliorata di molto, anche se l’invito continuo da parte delle autorità è a non abbassare la guardia e alla responsabilità individuale per evitare nuovi picchi di contagio.
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La situazione coronavirus in Spagna il 30 aprile 2020
Alle 11.30 di oggi, nel consueto bollettino giornaliero, il governo ha reso note le cifre delle ultime 24 ore: 268 nuovi decessi. Un calo del 17,5% rispetto ai 325 del giorno precedente. Nel complesso in Spagna si registrano 24.543 decessi e 213.435 casi totali di contagio.I guariti finora sono 112.050.
Occhi puntati su Madrid e Barcellona
Secondo le autorità sanitarie l’epidemia “evolve bene” in Spagna, ma c’è un po’ di preoccupazione per la situazione a Madrid e Barcellona, che del resto sono le aree più colpite. Qui infatti il calo è meno marcato ed anzi, il numero di nuovi casi crea qualche grattacapo.
Economia, previsioni fosche
Le previsioni economiche rese note oggi dall’INE, sull’economia spagnola, sono davvero nere: in linea con il crollo dei PIL di tutti i paesi più grandi dell’Europa, la Spagna prevede un crollo di oltre 5 punti del prodotto interno lordo nei soli primi mesi dell’anno. Un crollo così marcato in poco tempo non si vedeva dai tempi della guerra civile, scrivono i giornali spagnoli.
La “fase 2 ” in Spagna: una “desescalada” asimmetrica e graduale
E infine, parliamo del tema più discusso da Pasqua in poi: il processo di allentamento del confinamento. Con una popolazione stanca dopo settimane di quarantena, negli ultimi giorni in Spagna si è saputo finalmente qualcosa su come sarà il mese di maggio.
Lo abbiamo spiegato ieri, il governo ha appena reso noto come sarà il lento e graduale ritorno alla “nuova normalità”: durerà 8 settimane la transizione dal confinamento totale di questi ultimi 50 giorni alla ritrovata libertà di movimento, ma la “desescalada” avverrà in modo graduale e “asimmetrico”. Quindi per province e per isole: riapriranno prima le isole e le province con pochi contagi, e per ultime quelle con più contagi (come Madrid e Barcellona).
Non ci sono date definite, ma alcune date sono chiare: dal 4 maggio iniziano ad allentarsi le restrizioni in 4 piccole isole spagnole, e dall’11 maggio in altre province. Quali, ancora non si sa. Oggi il governo ha fatto capire che Madrid e Barcellona, le aree più colpite dall’epidemia, riapriranno più tardi.
Si passerà in quei giorni a una fase che in Spagna si chiamerà “fase 1”, e che vedrà la riapertura di bar (solo tavoli fuori) e altri negozi. Ma in un quadro di limitazioni ancora forti. Poi, dopo due settimane, le restrizioni si allenteranno ulteriormente, fino alla fine di giugno, quando le riaperture saranno più generalizzare.
In serata l’annuncio: dal 2 maggio corse e uscite per brevi passeggiate
Nella serata di questo 30 aprile 2020 il ministro della Salute spagnolo, Salvador Illa, ha reso note anche le misure di allentamento in vigore dal 2 maggio prossimo, un sabato. Si potrà tornare a correre (in Spagna non si poteva) e fare brevi passeggiate vicino il domicilio, ma solo entro determinate fasce orarie. Ne abbiamo parlato qui. Si ridà anche la possibilità a chi ha un orto di spostarsi per curarlo, basta che l’orto si trovi nello stesso comune o comune limitrofo.
Sconsigliati gli abbracci fra bimbi e nonni
Una delle preoccupazioni principali delle autorità, a questo punto, con il paese che inizia lentamente ad allentare la quarantena è che i bambini diventino un veicolo del virus verso i nonni. Oggi il direttore del Centro de Coordinación de Alertas y Emergencias Sanitarias, Fernando Simón, ha sconsigliato che i bambini abbraccino i propri nonni per “non esporre queste persone più anziane a un rischio non necessario”. Proprio per evitare che i bambini diventino un veicolo di trasmissione del virus portandolo nelle case, è arrivata negli ultimi giorni la decisione del governo di non riaprire le scuole fino a settembre.
Lorenzo Pasqualini
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