In Spagna la forma di governo è la monarchia costituzionale, ma una parte delle forze politiche chiede da tempo la possibilità di votare in un referendum che permetta di scegliere fra repubblica e monarchia. Ecco qualche curiosità.
La forma di stato in Spagna è la monarchia parlamentare. Il re attuale è Felipe VI, insediatosi nel 2014 dopo l’abdicazione del re Juan Carlos I. Negli anni ’30 del secolo scorso la Spagna ha avuto un periodo repubblicano (la Seconda Repubblica spagnola), ma il tentato colpo di stato sfociato in guerra civile portò a una lunga dittatura nella quale venne ripristinata la monarchia.
Alla morte del dittatore Francisco Franco, nel 1975, la forma di stato è rimasta quella della monarchia. Gli spagnoli sono tornati al voto negli anni ’70, con il ripristino della democrazia, e nel 1978 hanno votato in un referendum l’approvazione della nuova Costituzione. Ma non sono stati chiamati a votare sulla forma di stato.
Dal 1975 ad oggi, in Spagna non ci sono stati referendum sulla forma di stato, e agli spagnoli non è stato chiesto di scegliere fra repubblica o monarchia.
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Le principali forze politiche repubblicane in Spagna
C’è una parte delle forze politiche spagnole che da molto tempo chiede la celebrazione di un referendum. Sono forze politiche che si dichiarano repubblicane, e che se da una parte rispettano la monarchia dall’altra criticano fortemente questa forma di governo.
In particolare sono Izquierda Unida, il cui leader Alberto Garzòn (attuale ministro del governo Sànchez bis) termina i suoi discorsi con il celebre motto “salute e repubblica” e Podemos. Izquierda Unida e Podemos, negli ultimi anni riunite nella coalizione Unidas Podemos, si definiscono repubblicane e chiedono ripetutamente la possibilità di celebrare un referendum.
Anche una parte del Partito Socialista, il PSOE, si dichiarava un tempo repubblicana, ma la linea generale del partito è di totale appoggio alla monarchia e non viene mai richiesta la celebrazione di un referendum. Questa posizione pro-monarchia si è consolidata negli ultimi anni.
Per trovare altre forze repubblicane nel Parlamento spagnolo bisogna spostarsi su quelle autonomiste regionali, ad esempio Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), uno dei partiti catalani che ha appoggiato negli ultimi anni l’idea di un’indipendenza della Catalogna e che porta nel suo nome la tradizione di una “sinistra repubblicana della Catalogna”. Anche in Galizia c’è una forza politica repubblicana, il BNG, Blocco Nazionale Galego.
La destra spagnola si posiziona invece in blocco al lato della monarchia.
Le manifestazioni per la III Repubblica
In questi anni si sono tenute diverse manifestazioni di piazza per chiedere una terza repubblica spagnola. L’appoggio della sinistra spagnola alla repubblica si vede anche nei cortei dei movimenti e delle piattaforme sociali vicine alla sinistra, nei quali le bandiere repubblicane (diverse dalla rojigualda, con una banda viola al posto di una rossa), sono davvero diffuse.
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Qual è la popolarità della monarchia in Spagna?
Negli ultimi dieci anni la popolarità della monarchia spagnola è scesa, trascinata in basso da una serie di scandali che hanno avuto al centro l’ex re Juan Carlos ed anche altri membri della famiglia reale.
Scandali spesso legati alla finanza, che hanno colpito l’opinione pubblica proprio nel pieno dell’ultima crisi economica, quella iniziata nel 2008.
L’abdicazione di Juan Carlos nel 2014 va vista anche come un tentativo della Casa Reale di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato ed ha probabilmente aiutato a far recuperare un po’ di popolarità. Ma gli scandali finanziari e di corruzione nel seno della Casa Reale hanno messo in evidenza uno dei grandi limiti di questa forma di stato: l’ereditarietà del potere di padre in figlio e l’impossibilità di scegliere da parte dell’elettorato. Anche in questo 2020, proprio nei giorni in cui esplodeva la crisi sanitaria, un nuovo scandalo ha colpito l’ex re Juan Carlos investendo l’intera famiglia dei Borboni.
A quando un referendum?
Al momento non se ne parla. Da anni le forze della sinistra denunciano che non solo non si parla di referendum, ma non vengono fatti neanche sondaggi per capire qual è il grado di appoggio alla monarchia da parte del CIS, il centro di ricerche sociologiche statale. Curiosamente, i grandi istituti demoscopici non fanno sondaggi sulla monarchia o sulla repubblica, come se si trattasse di un tema “tabù”.
Ci sono state diverse inchieste su scala più piccola commissionati da giornali, che rilevano una divisione quasi a metà della popolazione, con un appoggio per la repubblica che supera in diverse occasioni il 45%, e che sembra crescere negli ultimi anni e che è forte fra i giovani.
L’ultimo sondaggio
Durante la pandemia di coronavirus l’istituto demoscopico Sináptica ha realizzato un’inchiesta online per il giornale Publico, da cui è emerso che il 52% degli spagnoli preferirebbe una repubblica. L’appoggio per la repubblica è in crescita soprattutto fra i giovani. E l’appoggio alla celebrazione di un referendum è ancora più forte.
Proprio per spingere verso una consulta, due anni fa ci furono in tutta la Spagna “consulte popolari” nei quartieri e nelle città, organizzate dai movimenti repubblicani. Vennero messi tavoli in piazza nei quali si poteva simbolicamente votare a favore o contro la repubblica. Fu una consulta senza nessun valore, ma diede visibilità a quella parte degli spagnoli che crede sia giunta l’ora di veder nascere una terza repubblica di Spagna.
Il problema è che anche a livello parlamentare è molto difficile che venga autorizzato un referendum di questo tipo, perché richiederebbe un consenso molto ampio, oggi impossibile da ottenere visti gli schieramenti. Probabilmente richiederebbe anche una modifica della Costituzione. Questo lo rende molto lontano. Oggi però, nel 2020, la Spagna sembra più vicina ad una repubblica di quanto non lo fosse vent’anni fa.
Lorenzo Pasqualini
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