Il 30 giugno del 2005, 15 anni fa, la Spagna riconosceva il matrimonio fra persone dello stesso sesso. La maggioranza del Parlamento spagnolo approvò quel giorno la modifica del codice civile permettendo il matrimonio ugualitario, un riconoscimento voluto dal governo socialista di José Luis Rodrìguez Zapatero, insediatosi poco più di un anno prima. Dal 3 luglio di quell’anno, con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale dello Stato, il matrimonio fra persone dello stesso sesso divenne legale nel paese.
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Uno dei primi paesi al mondo
La Spagna è stata uno dei primissimi paesi del mondo a riconoscere il matrimonio fra persone dello stesso sesso. L’avevano preceduto soltanto Belgio e Paesi Bassi.
Ancora una volta, così come accaduto durante la Seconda Repubblica, quando la Spagna introdusse il diritto di voto alle donne, il paese si mostrò al mondo all’avanguardia nel riconoscimento dei diritti civili.
La votazione definitiva per il riconoscimento del matrimonio gay avvenne il 30 giugno del 2005 con 187 voti a favore. Votarono a favore il PSOE, la Sinistra Unita (Izquierda Unida), il partito nazionalista catalano ERC, il Partito Nazionalista Basco (PNV) e la Coalizione Canaria, mentre votò contro il Partido Popular (PP) ed alcuni deputati di Convergencia i Uniò.
La legge che riconosce il matrimonio omosessuale in Spagna è la LEY 13/2005, dell’1 luglio, e modifica il Codice Civile in materia di matrimonio. Si può leggere il testo integrale cliccando qui.
100.000 persone si sono sposate da allora
Sono 100.000 le persone che hanno potuto sposarsi dal giorno del riconoscimento. “Hanno potuto raggiungere la dignità e non esser più cittadini di seconda classe”, ha detto all’agenzia Efe Alejandro Alder, rappresentante della Federación Española de Lesbianas, Gais, Transexuales y Bisexuales (Felgtb), che ha sottolineato l’importanza di quell’evento.
Pedro Sànchez: “ora l’uguaglianza reale”
Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha detto oggi che i partiti politici devono lavorare “senza tregua” per il raggiungimento dell’uguaglianza reale e i diritti del collettivo LGTBI. Ha ricordato infatti che “finché continuano ad essere vittima di aggressioni, o invisibilità sul posto di lavoro, bisognerà continuare a lavorare senza tregua” per l’uguaglianza reale in tutti gli ambiti della vita.
Lorenzo Pasqualini
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