MADRID. L’autunno caldo della Spagna si arricchisce di un ulteriore colpo di scena in questa mattina dell’8 ottobre 2020: il Tribunale Superiore di Giustizia di Madrid ha infatti sospeso il confinamento perimetrale della capitale e di altre 9 città della regione, che impediva di abbandonare il proprio comune di residenza. La misura presa dal Governo centrale sarebbe infatti “una ingerenza dei poteri pubblici nei diritti fondamentali dei cittadini” secondo i giudici.
Stop al confinamento, restano le restrizioni alle riunioni e chiusura anticipata dei bar
La decisione è stata presa dalla ottava sezione della Sala de lo Contencioso del TSJM. In questo modo, con la decisione dei giudici, viene bloccata la chiusura di Madrid che era stata imposta dal Governo nazionale lo scorso 30 settembre e resa effettiva alle 22 del 2 ottobre a fronte di una situazione epidemiologica molto grave. Lo stop dei giudici blocca però soltanto i limiti agli spostamenti: restano in vigore le chiusure dei bar alle 23 e il limite di riunioni a un massimo di 6 persone.
Dalle 22 dello scorso 2 ottobre, lo ricordiamo, era entrata in vigore una ordinanza del Ministero di Sanità spagnolo che inseriva restrizioni alla circolazione, come il divieto di uscire o entrate dai Comuni di Madrid ed altre 9 città della regione, ed imponeva la chiusura dei bar alle 22. Questa ordinanza era stata fortemente criticata dal governo regionale di Madrid, che da mesi è in aperto contrasto con il Governo centrale. Era stato proprio il Governo madrileno a fare ricorso contro questa ordinanza ministeriale. Precedentemente il governo regionale aveva posto in “semi-lockdown” alcuni quartieri cittadini e aree della regione, una misura che però era stata considerata insufficiente dal Governo centrale.
Le città interessate dal confinamento perimetrale erano: Madrid capitale, Alcalá de Henares, Alcobendas, Alcorcón, Fuenlabrada, Getafe, Leganés, Móstoles , Parla e Torrejón de Ardoz.
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La sentenza ribalta la situazione e riaccende il conflitto fra governo locale di Madrid e governo nazionale. Il governo Sànchez ha già messo sul piatto la possibile dichiarazione di uno stato di allarme regionale se non raggiungerà un accordo con il governo Ayuso.
Le reazioni dopo la sentenza: “madrileni, non lasciate Madrid per il ponte del Pilar”
A seguito della sentenza gli abitanti della regione di Madrid sono finiti di nuovo in uno stato di stupore e confusione. Sono settimane ormai che le tensioni fra governo regionale e centrale sulle misure sanitarie, con continui cambiamenti, creano confusione fra la popolazione. Poco dopo la sentenza, con lo stop al confinamento perimetrale e l’eliminazione dei (pochi, a dir la verità) posti di blocco della polizia lungo i limiti comunali, la presidentessa della Regione di Madrid, Ayuso, ha chiesto ai madrileni di non abbandonare le città fino a oggi confinate, facendo appello alla responsabilità (a maggior ragione ora che si avvicina il ponte del 12 ottobre, “il ponte del Pilar”). Dichiarazioni che sono risultate paradossali, visto che era stato proprio il governo Ayuso a fare ricorso in tribunale contro queste misure. La sensazione di caos e confusione serpeggia sempre più in una area metropolitana nella quale in pochi giorni sono già cambiate tre volte le misure restrittive.
Anche il sindaco Almeida ed il diretto delle emergenze sanitarie, Fernando Simòn, hanno chiesto ai madrileni di non abbandonare la città.
Ora si attendono nuovi sviluppi. Le prossime ore saranno decisive, e si saprà se lo scontro fra governo centrale e madrileno finirà con una decisione univoca, o se la battaglia porterà il governo centrale a prendere misure emergenziali per intervenire nella regione fortemente colpita dai contagi.
Intanto, sui siti di notizie, gli articoli più visitati sono quelli che spiegano, con nuovi aggiornamenti, cosa si può fare e cosa no questa sera a Madrid. Le nuove modifiche aumentano caos e confusione.
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(ultimo aggiornamento: 8 ottobre 2020 ore 22.00)
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