MADRID. Il Parlamento spagnolo ha respinto oggi la mozione di sfiducia presentata dal partito di ultradestra Vox, contro il governo del premier socialista Pedro Sànchez, che da gennaio governa il Paese insieme alla formazione di sinistra Unidas Podemos. I risultati del voto: 298 contrari e solo 52 favorevoli (i 52 deputati di Vox). Non solo Vox è rimasta da sola nella sua mozione di sfiducia, ottenendo il minor di numero di voti in una mozione di censura avvenuta in Spagna dalla caduta di Franco (sono state in tutto cinque), ma ha avuto come risultato la rottura con il Partido Popular (PP) di Pablo Casado.
Il PP “rompe” con Vox
Il PP governa a livello territoriale insieme (o grazie) all’appoggio di Vox in comuni e regioni (anche importanti, come Andalusia e Madrid). La mozione di sfiducia ha messo però il PP in una situazione di difficoltà, costringendolo a prendere posizione: alla fine la decisione del principale partito della destra spagnola è stato di rompere con l’ultradestra, con l’intenzione quindi di mostrare un profilo di maggior “responsabilità istituzionale” proprio all’indomani del raggiungimento in Spagna della barriera del milione di contagi da gennaio (record in Europa), e quando si allungano sul Paese nuove ombre per la crisi economica, la disoccupazione e per le nuove molto probabili restrizioni alla libertà per far fronte all’emergenza sanitaria, con coprifuoco e stop anticipato della vita serale e notturna.
Pablo Casado ad Abascal: “non siamo come voi”
In uno dei suoi discorsi al Parlamento, il leader del PP Pablo Casado ha definito la destra di Vox la “destra populista e dell’odio” ed ha aggiunto: “non siamo come voi”, sottolineando la necessità di smarcarsi dal discorso della formazione di Abascal, nata recentemente da una corrente più radicale del PP (lo stesso Abascal è stato a lungo dentro il PP). Pablo casado ha accusato Abascal di “sparare contro il partito che gli ha dato da mangiare per 15 anni” in riferimento alla provenienza dello stesso Abascal dal Partido popular.
Il leader di Vox aveva pronunciato ieri un lunghissimo discorso in Parlamento dai toni molto forti, nel quale chiedeva la messa al bando dei partiti nazionalisti regionali, la cancellazione delle autonomie spagnole e portava un duro attacco all’attuale progetto comune europeo.
Sànchez tende di nuovo la mano al PP
Subito dopo l’annuncio del “no” del PP alla mozione di sfiducia di Vox, Sànchez è intervenuto in Parlamento dando un importante annuncio, che si inserisce nel delicato quadro politico e istituzionale attuale, annunciando la sospensione del progetto di riforma della giustizia che aveva avanzato nei giorni scorsi e che era stato criticato dall’Europa, ed offrendo al PP di tornare al tavolo dei negoziati per rinnovare la cupola del CSM spagnolo, il cui rinnovo è bloccato da due anni per la mancanza di accordo fra partiti di sinistra (al governo oggi) e destra (all’opposizione).
L’ultima mozione di sfiducia: 1 giugno del 2018
L’ultima mozione di sfiducia era stata presentata nel maggio del 2018 dal Partito Socialista, guidato da Pedro Sanchez. La mozione venne depositata dal PSOE il giorno dopo la sentenza sul caso Gurtel, la “Tangentopoli spagnola” che colpisce in pieno il PP ed in particolare numerosi esponenti dell’era Rajoy. La mozione ottenne la maggioranza dei voti (sinistre e partiti regionali), portando alla caduta del governo Rajoy II, come raccontammo in questo articolo.
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