MADRID. In una mattinata segnata da conferenze stampa dei governi delle diverse regioni spagnole, nelle quali sono state annunciate nuove misure restrittive importanti (a Madrid ad esempio, con il divieto di riunioni notturne e nuovi confinamenti perimetrali in quartieri e aree sanitarie), è arrivato alle 13 l’intervento – rilanciato in diretta dalle televisioni nazionali – del presidente del governo Pedro Sànchez. L’intervento ha ricordato a molti quelli “eccezionali” in pieno stato di allarme.
Il premier spagnolo, il cui intervento istituzionale era atteso dalla mattina e nel quale si pensava che sarebbe stato fatto un annuncio importante, non ha però annunciato misure, limitandosi a chiedere ai cittadini “unità” e “resistenza” di fronte alla pandemia, fino a che non arriverà il vaccino, ed aggiungendo che “arrivano mesi molto duri”. Il premier spagnolo, che ha affermato che il numero reale dei contagiati in Spagna dall’inizio della pandemia ha superato probabilmente i 3 milioni (due giorni fa i dati ufficiali relativi ai test positivi da gennaio riportavano un numero di 1 milione di contagiati, ma nei primi mesi il numero di test effettuati era molto inferiore rispetto a quello attuale), ha di fatto preso tempo sulle misure da prendere in tutto lo Stato. Non ha però escluso una prossima dichiarazione dello stato di allarme, anche se ha ricalcato che l’obiettivo è evitare a tutta costa un nuovo confinamento domiciliare come quello della scorsa primavera.
Sànchez prende tempo, mentre le regioni chiedono: “stato di allarme”
Si attendeva una possibile dichiarazione dello stato di allarme in tutto il Paese, ma il governo spagnolo ha le mani legate di fronte ai malumori di alcune regioni governate dalla destra, (le Regioni hanno competenza in materia sanitaria) e vuole prendere tempo attendendo i nuovi numeri sui contagi (ieri oltre ventimila rilevati nelle precedenti 24 ore).
Ha però messo un obiettivo: l’incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti in tutta la Spagna, attualmente fissa a 349 casi, deve scendere a 25. Per raggiungere quest’obiettivo verranno richieste probabilmente nelle prossime settimane nuove importanti misure.
Nel frattempo intanto, diverse regioni fra cui i Paesi Baschi hanno chiesto direttamente al Governo nazionale la dichiarazione di uno stato di allarme, sotto il cui ombrello potrebbero essere prese misure più restrittive. Nel pomeriggio anche la richiesta delle Asturie di una dichiarazione di stato di allarme fa pensare che la Spagna si stia dirigendo nuovamente verso questa misura.
Un nuovo stato di allarme a giorni?
“El paìs” già lo scrive nel pomeriggio di oggi a titoli cubitali sulla sua edizione digitale: “la Spagna verso un nuovo stato di allarme”. Questo permetterebbe di prendere misure di restrizione alla mobilità molto severe, come i “coprifuoco” notturni, senza il rischio che i tribunali le annullino. Una nuova dichiarazione di stato di allarme non deve implicare per forza un nuovo lockdown, ma serve a snellire e rendere più facili da adottare le restrizioni.
Tutto questo quando ancora sono molto vicini gli eventi di ieri, quando, lo ricordiamo, non è passata la mozione di sfiducia depositata da Vox contro il Governo. Una mozione che ha sancito lo “strappo” del PP da questo partito dell’ultradestra spagnola.
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