Spagna, a Madrid cortei dell’8 marzo vietati per la pandemia. Un anno fa le manifestazioni poco prima del lockdown furono tema di scontro politico

femminista corteo madrid

La Delegazione del Governo a Madrid, confrontabile con la figura della Prefettura italiana (a livello provinciale), ha comunicato lo scorso 4 marzo che in questo 2021 non saranno consentiti cortei femministi nella giornata dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. La prefettura di Madrid, guidata da José Manuel Franco, ha quindi vietato i cortei e le concentrazioni nella regione capitolina per “l’alto rischio di contagio”.

La decisione è stata motivata con ragioni di salute pubblica, per il permanere di una situazione di rischio elevato nella regione di Madrid, a seguito della pandemia. La Comunidad de Madrid resta infatti una delle regioni spagnole più colpite e dove il virus circola maggiormente (molto probabilmente anche per le misure restrittive meno dure decise negli ultimi mesi dal governo regionale PP-Cs guidato da Isabel Ayuso).

A Madrid negli ultimi anni le manifestazioni dell’8 marzo sono state enormi, con una partecipazione di centinaia di migliaia di persone. La Delegazione del Governo a Madrid aveva ricevuto circa 60 richieste di autorizzazione per manifestazioni in tutta la regione, alcune delle quali nelle aree centrali della città.

Le organizzazioni femministe, appoggiate dai sindacati, criticano questo divieto affermando che stavano lavorando a concentrazioni che rispettassero le misure di sicurezza sanitarie.

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I cortei dell’8 marzo 2020, a pochi giorni dal lockdown 

La decisione della Prefettura di Madrid di proibire i cortei dell’8 marzo 2021, va letta anche con un occhio a quanto accaduto un anno fa, quando nonostante le notizie che arrivavano dall’Italia ed il generale peggioramento della situazione contagi, si svolsero a Madrid cortei con decine di migliaia di persone. Pochi giorni dopo sarebbe scattata la dichiarazione dello stato di allarme ed il lockdown nazionale.

Su El Itagnol raccontammo quel giorno, nel quale balzava agli occhi la differenza di misure fra Italia (dove i cortei vennero proibiti) e Spagna.

Secondo la destra spagnola, ostile verso il movimento femminista, quei cortei sarebbero stati il “detonatore” dell’esplosione della pandemia in Spagna. In realtà quel giorno si tennero in Spagna anche partite di calcio negli stadi ed altri eventi con migliaia di persone, compresa una manifestazione in un palazzetto dello sport del partito di ultradestra Vox (lo stesso che vuole trasformare l’8 marzo nella “giornata delle vittime del coronavirus”), ed erano ancora pienamente funzionanti i mezzi di trasporto, senza ancora nessuna misura di distanziamento.

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La scelta del governo Sánchez di consentire quei cortei, comunque, nonostante l’estendersi della pandemia, va letta anche guardando all’importanza del femminismo per il centro-sinistra spagnolo. Il femminismo, che in Spagna sta vivendo negli ultimi anni un periodo di forte mobilitazione sociale, è – con le sue rivendicazioni di uguaglianza reale fra uomini e donne – uno dei principali collanti dell’attuale coalizione PSOE-UP che forma il governo Sánchez bis. 

Le divisioni sulla “ley trans”

L’8 marzo del 2021 arriva in Spagna con una situazione di divisione nel movimento femminista. La spaccatura di posizioni è intorno alla proposta di legge denominata “ley trans”, che permetterebbe ai maggiori di 16 anni di cambiare la denominazione di genere sul proprio documento senza necessità di trattamento medico, e fra i 12 ed i 16 anni con autorizzazione dei genitori. La legge, presentata dall’attuale governo di coalizione di centro-sinistra, introdurrebbe anche la “depatologizzazione della transessualità”, in linea con quanto suggerito dalla OMS.

La proposta è stata presentata dal Ministero dell’Uguaglianza, guidato da Irene Montero (Unidas Podemos), ma non è ben vista da una parte del movimento femminista che la ritiene un passo indietro nella lotta per l’uguaglianza.

I cortei femministi nel resto della Spagna

Se a Madrid sono vietate le manifestazioni, in gran parte della Spagna i cortei dell’8 marzo saranno consentiti. Dovranno svolgersi rispettando le misure di distanziamento sociale, e vigerà ovviamente l’obbligo di uso della mascherina, il cui uso è obbligatorio in pubblico dall’estate scorsa. Le organizzazioni femministe hanno invitato i manifestanti a presentarsi con doppia mascherina o FFP2 e distanza minima di due metri dagli altri manifestanti. Sono decine le manifestazioni convocate per oggi in tutto il paese.

Il Ministero della Salute ha comunque invitato a evitare di partecipare a concentrazioni, per la situazione epidemiologica ancora molto critica.

A Madrid l’iniziativa #SalALaCalle

A Madrid, per ovviare al divieto di cortei, sono state convocate mobilitazioni sui portoni di ingresso delle proprie case per fare manifestazioni rumorose e pubbliche. L’iniziativa viene diffusa con lo slogan “Sal a la calle” (scendi in piazza).

Madrid, vandalizzato un murale femminista

Un murale femminista che si trovanel distretto di Madrid Ciudad Lineal è stato vandalizzato intanto nella notte fra il 7 el’8 marzo: il dipinto, lungo 60 metri, che raffigura 14 volti di donne fra cui Rigoberta Menchú, Nina Simone, Rosa Parks e Frida Kahlo è stato completamente imbrattato con macchie di vernice nera.

I cortei dell’8 marzo a Madrid degli anni scorsi

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