Il mese di aprile del 2021 si conclude in Spagna con un record di vaccinazioni in un giorno (oltre mezzo milione in un giorno) e con una quarta ondata meno pesante delle precedenti, con meno letalità, anche per gli effetti delle vaccinazioni che ormai proteggono una parte importante delle fasce più a rischio di popolazione.
30 aprile 2021, 504.823 dosi somministrate in un giorno
Il 30 aprile è stato superato il mezzo milione di dosi somministrate in un giorno, un nuovo record che mostra una accelerazione nelle somministrazioni che fa ben sperare per i prossimi mesi. Il giorno prima, il 29 aprile, anche l’Italia ha battuto lo stesso record somministrando più di mezzo milione di dosi in un giorno.
Quanti vaccinati con due dosi in Spagna?
Al 30 aprile la Spagna è arrivata a vaccinare 4.689.766 persone con le due dosi necessarie per una protezione completa. Circa il 10% (9,9% per la precisione) della popolazione spagnola ha quindi ricevuto le due dosi necessarie all’immunizzazione. Il 24,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Il paese si avvicina quindi all’obiettivo fissato dal governo di immunizzare il 70% della popolazione prima che finisca agosto.
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Il numero di contagi
Il Ministerio de Sanidad spagnolo ha notificato nel pomeriggio di oggi, venerdì 30 aprile, 9.135 nuovi contagi e 136 morti. L’incidenza accumulata a 14 giorni resta stabile sui 229 casi per 100.000 abitanti. Queste cifre sono molto diverse a seconda delle regioni, con casi opposti come la Comunità Valenciana, dove i contagi sono circa dieci volte inferiori rispetto a Madrid o ai Paesi Baschi.
La situazione coronavirus in Spagna nell’aprile del 2021 – LA DIRETTA – Ultime notizie
Comunità Valenciana, dieci volte meno casi che nei Paesi Baschi e Madrid
Nella Comunità Valenciana si contano meno di 50 casi per 100.000 abitanti in 14 giorni, mentre nei Paesi Baschi sono oltre 500. A Madrid dove nei giorni scorsi l’incidenza superava i 400 casi, c’è un leggero miglioramento a 384, ma l’incidenza è comunque ancora su livelli di “rischio estremo”.
Lo stato di allarme
A inizio maggio un tema importante da affrontare in Spagna sarà quello dello stato di allarme: decade il 9 maggio (era stato dichiarato ad ottobre). Costituisce un ombrello giuridico che consente alle regioni di applicare coprifuoco e limitazioni agli spostamenti, ma una volta terminato le restrizioni regionali saranno facilmente impugnabili in tribunale. Il governo Sánchez ha detto di non voler prorogare lo stato di allarme, applicato già due volte durante questa pandemia, ma resta da capire che effetti ci saranno.
Il rischio è che una riapertura prematura possa causare danni prima che l’effetto delle vaccinazioni massicce si faccia sentire. Molte regioni hanno chiesto di poter prorogare le restrizioni. Non tutte. Il governo regionale di Madrid, a 4 giorni dalle elezioni regionali del 4M, non ha ancora specificato che misure prenderà dopo il 9 maggio.
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