La Spagna ha registrato oggi, per la prima volta dall’inizio della pandemia, un’incidenza di oltre 1.200 casi ogni 100.000 abitanti in 14 giorni. Il Ministero della Salute spagnolo ha riportato oggi 214.619 nuovi contagi da giovedì scorso (era il 23 dicembre). In Spagna non vengono aggiornati i dati di contagio nel fine settimana. Neanche nel giorno della Vigilia (che era un venerdì) sono stati aggiornati. Sono quindi dati riferiti al 24, al 25, al 26 e alla giornata di oggi, 27. Sono comunque numeri mai registrati prima in questi due anni di pandemia. I morti invece, in questi quattro giorni, sono stati 120: un numero nettamente inferiore rispetto al passato, quando con dati di contagio molto più bassi il numero di decessi era ben maggiore.
Nonostante queste cifre di contagio la pressione sugli ospedali resta lontana da quella di un anno fa, per l’effetto dei vaccini. I vaccini, i dati lo confermano anche in Spagna, proteggono dalle forme gravi di COVID-19 e dalla morte. Con quasi l’80% della popolazione totale vaccinata con due dosi, la pressione sugli ospedali vede 9.530 pazienti ricoverati. Preoccupa l’aumento della pressione sulle terapie intensive: il 18,26% dei letti di terapia intensiva è occupato da pazienti con Covid. Quanto più aumenta il numero di contagi, nonostante l’effetto positivo dei vaccini, tanto più aumenterà la pressione sugli ospedali. Ed ora la Spagna cerca di accelerare sulle terze dosi.
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